Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

Passeggiate romane

La tentazione del Cav. di tenersi il Consultellum e far saltare l'Italicum

Redazione

Matteo Renzi teme che un Silvio Berlusconi in crisi in tutti i sondaggi possa essere tentato di rompere il patto del Nazareno.

Cade? Matteo Renzi teme che un Silvio Berlusconi in crisi in tutti i sondaggi possa essere tentato di rompere il patto del Nazareno. E non si sta parlando solo del suo eventuale no all’offerta fattagli nel settembre scorso dal presidente del Consiglio di dare il premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione. Su quello c’era stato persino il niet di Denis Verdini, che pure di quel patto è stato sia un fautore che un sostenitore. No, il timore del presidente del Consiglio sarebbe piuttosto un altro. Cioè quello che Berlusconi voglia tenersi il Consultellum comunque, sia che ci siano le elezioni anticipate sia che non ci siano. E questo perché Berlusconi avrebbe capito che Forza Italia è destinata a non ripredere più lo slancio di un tempo e quindi preferirebbe essere l’ago della bilancia e la legge elettorale partorita dalla sentenza della Corte costituzionale è l’unico sistema che gli consente di ottenere questo obiettivo.

 

Conseguenze. E’ chiaro che se il leader di Forza Italia imboccasse una strada del genere Renzi si troverebbe in forte difficoltà. Ma il presidente del Consiglio ha già preparato le sue contromisure. Innanzitutto intende stanare l’ex Cavaliere, metterlo pubblicamente di fronte a un bivio: sei tu l’uomo delle riforme o sei il Caimano, che non mantiene la parola data? Del resto, il premier sa bene di avere dalla sua l’azienda di Berlusconi che preferisce evitare che il capo vada allo scontro. E poi arrivare a un accordo blindato sul presidente della Repubblica che succederà a Giorgio Napolitano conviene anche al leader di Forza Italia. E il presidente del Consiglio si farà forte anche di questo punto di forza.

 

[**Video_box_2**]Il segnale su Violante. Ma c’è un altro inquietante segnale che ha messo Renzi sul chi va là circa le intenzioni di Silvio Berlusconi: il fatto che, ostinatamente, Forza Italia stia facendo mancare i voti a Luciano Violante. Non che l’ex presidente della Camera sia il candidato del premier, che si tiene lontano dal pasticcio della Corte costituzionale, ma questo viene visto dal suo entourage come un ulteriore elemento della inaffidabilità di Berlusconi.

 

Quel 15 per cento in più. In compenso i sondaggi sembrano dare qualche soddisfazione al presidente del Consiglio. Dopo la battaglia dell’articolo 18 la sua popolarità non è in calo. Anzi è in aumento di uno o due punti a seconda degli istituti di rilevazione. Il Pd si mantiene al 41 per cento, o al 41,3 per un altro sondaggio. E il 15 per cento degli elettori che ha votato per Beppe Grillo ora voterebbe per il Pd. Una percentuale simile a quella dell’elettorato di Sel.

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