Una scena di "E' arrivato mio fratello" di Castellano e Pipolo con Renato Pozzetto

Il salutista a mezzo stampa, ultimo stronzo che s'impiccia della tua ciccia

Stefano Di Michele

Certe volte, il salutismo sfiora il cretinismo. In Belgio (che pure tra le cose da mettere in mostra, oltre i cioccolatini, molto altro non ha) sono andati oltre. Il giornalista Tom van de Weghe, è partito all’assalto della nuova ministra della Salute, Maggie De Block. Perché? Perché è obesa.

Certe volte, il salutismo sfiora il cretinismo. Il salutista militante, poi, è una vera catastrofe sociale. Una molestia continuata. La petulanza del muscolo. La lagna della chiappa soda. La litania del giro vita. Parecchi salutisti, tutto il fiato che recuperano con i chili persi lo sprecano poi per rompere i coglioni a chi i chili vuole tenerseli. E’ il moralista nella versione più “cool”, il salutista. Il pedalatore incallito. L’antitabagista dalle sensibilissime narici, prefica vociante in servizio permanente. Il maratoneta che ti guarda schifato se aspetti il tram invece di andare deambulando da una fermata all’altra. Il consumatore bio (o della sottospecie bio-dinamico), che a tavola passa in rassegna carciofini e caciotte. Il salutista militante non solo tiene alla sua salute – e questo va a suo merito, oltre che a suo indiscutibile vantaggio; ma soprattutto alla tua – e questo va a suo demerito, oltre che a procurare un’indiscutibile tentazione di sonoro vaffanculo. Predica, informa, sghignazza, ironizza, prevede sciagure, sa tutto del suo e del tuo (per scienza infusa: di tisana biologica) colesterolo. Sta all’erta. Vigila. Scruta. Arriva in soccorso. Patisce della perduta altrui verginità con una ciambella fritta. Pesa. Soppesa. Fa il lordo. La tara. Il netto. Si compiace. Si dispiace.

 

In Belgio (che pure tra le cose da mettere in mostra, oltre i cioccolatini, molto altro non ha) sono andati oltre. Un giornalista – la figura del giornalista salutista, poi, è un’ulteriore complicazione – della tv fiamminga Vrt, Tom van de Weghe, è partito all’assalto della nuova ministra della Salute, Maggie De Block, 52 anni, con una fenomenale motivazione. E’ la signora forse un’incapace? Non pare, è persino medico. E’ antipatica? Non lo dicono. E’ sospettata di bustarelle e affini? Per niente. E’ poco stimata? Al contrario. Insomma, dovrebbero tenersela stretta, nell’esecutivo. Ecco, forse tenersela stretta, fuor di metafora, non è magari la cosa più semplice. Perché la signora è un po’, pure un po’ tanto, a guardare le foto, sovrappeso. Ha un bel faccione sorridente e intelligente. Il collega belga ha scritto un tuìt (i tuìt sono arrivati pure in Belgio) per lamentarsi del fatto che il paese “ha d’ora in poi una ministra della Salute pubblica obesa. Qual è la sua credibilità?”. Altri gli sono corsi dietro (i tuìt sono sempre come locomotive cariche di matti): “De Block è anche un medico. Come ci si può fidare di lei vedendo che rispetto ha per il suo corpo?” (il rispetto del corpo, per il salutista militante, viene spesso prima della logica e del buongusto). La signora, a leggere le cronache considerata da tutti “tra i politici più stimati del Belgio”, in passato responsabile della Giustizia, ha replicato saggiamente che “i miei pazienti non guardano alle mie misure, ma vengono da me per la qualità delle mie cure”, e pure che “alla Camera i miei colleghi non mi giudicano in base al mio aspetto fisico, ma mi fanno i complimenti sulla conoscenza che ho dei miei dossier”.

 

Come è logico. Speriamo si sia consolata con una bella scatola di cioccolatini. Tanto, in nome della campagna Bilance pulite, ci sarà sempre un gradasso pronto, tra Churchill e Lord Chamberlain, a preferire il secondo: fesso sì, ma segaligno soprattutto. (sdm)

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