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Chi risarcisce Finmeccanica?

Redazione

E siamo a tre. Dopo l’assoluzione con formula piena di Silvio Scaglia (caso Fastweb) e di Alfredo Romeo (per il così detto affaire Global Service), ecco il proscioglimento “perché il fatto non sussiste” per gli ex top manager di Finmeccanica Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini. Un’altra assoluzione che grida giustizia.

E siamo a tre. Dopo l’assoluzione con formula piena di Silvio Scaglia (caso Fastweb) e di Alfredo Romeo (per il così detto affaire Global Service), ecco il proscioglimento “perché il fatto non sussiste” per gli ex top manager di Finmeccanica Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, accusati di corruzione internazionale per presunte tangenti pagate in India nella vendita di elicotteri Agustawestland.

 

La sentenza del tribunale di Busto Arsizio, arrivata giovedì, segue l’archiviazione, ad agosto, dell’accusa di finanziamenti alla Lega nord ricavati dalle tangenti stesse. Per Orsi e Spagnolini è rimasta la condanna a due anni, sospesi, per il reato minore di false fatture. Cade dunque per l’ennesima volta un castello accusatorio tipico di alcuni pm, quello della corruzione internazionale, nel quale si sono specializzati i vari De Pasquale e Woodcock, nonché giornalisti a caccia di sensazionalismo. Ieri, a proposito, sulla “grande stampa” l’assoluzione è finita confinata in poche colonne all’interno (cercatele). In attesa di vedere se una sorte analoga toccherà alle inchieste che, con le medesime accuse complottiste, tesori e tesoretti costituiti in Italia e immancabili faccendieri e logge P4, hanno coinvolto l’Eni in Nigeria e Algeria, si possono intanto contare le vittime di un modo di indagare per teoremi, brogliacci di intercettazioni e verbali passati a reporter che li pubblicano volentieri (con strilli da edizione straordinaria).

 

[**Video_box_2**]Le prime vittime sono certo le reputazioni personali degli indagati o imputati; e assieme ci sono l’onore e l’interesse di un sistema imprenditoriale e di un paese che pare interamente modellato sulle invettive di Roberto Saviano o di Sabina Guzzanti. La seconda vittima sono le aziende, che perdono commesse strategiche (come quella indiana) prontamente rimpiazzate dalle concorrenti inglesi, francesi, americane, cinesi, sulle quali la mannaia della corruzione internazionale e dei maxi-complotti non incombe perché il sistema giudiziario è diverso, e perché altrove quei reati non esistono (a meno che non configurino evasione fiscale o benefici personali in patria). A essere colpiti sono poi gli azionisti grandi, come lo stato, e piccoli, come i risparmiatori. Infine gli investimenti, logicamente non certo attratti da un’Italia dove la magistratura, per fare un prigioniero, scatena guerre preventive a tappeto e colpisce nel mucchio.

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