Luigi De Magistris (foto LaPresse)

De Magistris "violò consapevolmente" la legge

Redazione

Lo scrive il tribunale di Roma nelle motivazioni della sentenza di condanna del sindaco di Napoli.

Da parte di Luigi de Magistris e del consulente tecnico Gioacchino Genchi c'è stata "una violazione comune e consapevole delle disposizioni di legge". Lo scrive il tribunale di Roma nelle novanta pagine di motivazioni della sentenza di condanna del sindaco di Napoli, attualmente sospeso, e del consulente tecnico Gioacchino Genchi per l'inchiesta relativa all'acquisizione, secondo i magistrati irregolare, delle utenze telefoniche di alcuni parlamentari avvenuta quando de Magistris, da pubblico ministero a Catanzaro, era titolare dell'inchiesta "Why not".

 

A quanto scrive il collegio presieduto da Rosanna Ianniello, "la prova della collusione tra il pm de Magistris e il consulente tecnico Genchi viene desunta non da sospetti o illazioni, ma da un contesto univoco". Per il tribunale de Magistris e Genchi hanno infatti "perseguito pervicacemente l'obiettivo immediato e finale di realizzare la conoscibilità dei dati di traffico dei parlamentari non chiedendo l'autorizzazione alla camera di appartenenza pur di acquisire con urgenza i tabulati".

 

"L'obiettivo degli imputati - scrivono i giudici - non era quello investigativo, ma, disattendendo le norme, era quello di conoscere il traffico dei parlamentari tramite l'acquisizione di tabulati: attività illecita perché dolosamente inosservante della legge Boato". Insomma, il metodo, secondo il collegio giudicante, era quello di procedere senza rispettare le garanzie previste per le cariche parlamentari, per poi sanare le eventuali violazioni emerse "con una ratifica successiva rinviabile ad oltranza".

Di più su questi argomenti: