Il mausoleo di Suleyman Shah, l'enclave turco in territorio siriano (foto AP)

La Turchia pronta a inviare truppe di terra in Siria e Iraq contro lo Stato islamico

Redazione

L'avanzata dei jihadisti verso la tomba di Suleyman Shah, encalve situata a 30 chilometri dal confine, ha resuscitato il sentimento nazionalista di Ankara. "Non solo raid. Tutte le opzioni al vaglio", ha detto il vice premier.

Il governo turco ha sottoposto al Parlamento l'invio di truppe in Siria e Iraq per frenare l'avanzata dello Stato islamico e per autorizzare l'utilizzo delle sue basi aeree da parte della coalizione internazionale. "La mozione che stiamo per sottoporre al Parlamento e che sarà discussa da giovedì dovrà affrontare le minacce di oggi e di domani", ha detto ieri il vice primo ministro turco Bülent Arınç dopo una riunione del gabinetto. Il vice premier ha anche specificato che il governo di Ankara ha proposto "tutte le opzioni possibili" ai parlamentari, compreso l'invio di uomini sul campo, senza limitarsi al sostegno ai raid condotti dalla coalizione internazionale.

 

Decisive sono state le ultime ore per convincere la Turchia, membro della Nato, a muoversi più velocemente e superare l'impasse dimostrato finora in merito al suo sostegno all'offensiva internazionale contro i jihadisti. Lo Stato islamico, nonostante i bombardamenti internazionali, continua ad avanzare nel nord della Siria fino ad assediare la tomba di Suleyman Shah (1178-1227), il nonno del fondatore dell'Impero ottomano, Osman I. Si tratta di un monumento importantissimo per la patria turca, dal grande valore simbolico. Situato a 30 chilometri dal confine, è un enclave turco in territorio siriano, riconosciuto da un accordo siglato con la Francia nel 1921, quando vigeva il mandato di Parigi su quelle terre. La tomba si trova quindi su suolo turco ed è difesa, al momento, da un ristretto numero di soldati che da giorni sono impegnati in scontri a fuoco con lo Stato islamico.

 

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