Il presidente iraniano Hassan Rohani (foto Ap)

L'Iran tende una mano all'Iraq ma accusa gli Stati Uniti: "Lo Stato islamico è opera loro"

Redazione

Rohani all'Onu promette aiuto a Baghdad.

Lo Stato islamico è il frutto dell'opera di "alcune agenzie di intelligence che hanno messo un pugnale nelle mani di pazzi" e di "alcuni stati" che hanno creato l'estremismo e adesso "non riescono ad affrontarlo". Lo ha detto, accusando implicitamente gli Stati Uniti e i loro alleati nel Golfo, il presidente iraniano, Hassan Rohani, parlando dal podio dell'Assemblea generale delle Nazioni unite. "La giusta soluzione" al problema, ha aggiunto riferendosi alla coalizione internazionale che sta bombardando parti della Siria e dell'Iraq, deve "arrivare dall'interno della regione e non da un intervento esterno". I gruppi estremisti che, dall'Iraq alla Siria, stanno infiammando il Medio Oriente "hanno una sola ideologia, violenza ed estremismo, e un solo obiettivo, la distruzione della civiltà", facendo crescere "l'islamofobia e creando terreno fertile per un ulteriore intervento delle forze straniere nella nostra regione".

 

Rohani ha poi affrontato la questione del negoziato sul nucleare. "Spero" in un accordo definitivo sul nucleare "nel poco tempo che il negoziato ha a disposizione", ha detto il presidente iraniano. "Prerequisito per il successo del negoziato", ha aggiunto, "è una non eccessiva pressione posta dalle richieste della nostra controparte", ovvero il 5+1. In ogni caso il dossier va affrontato attraverso la diplomazia. Altri metodi, come quelli militari, costituirebbero un "grave errore".

 

Prima di rivolgersi all'Assemblea, Rohani ha incontrato il premier iracheno Haider al Abadi. Uno scambio di vedute sulle prospettive della guerra contro i jihadisti in cui Rohani ha affermato di ritenere "un obbligo religioso" aiutare l'Iraq nella sua battaglia contro lo Stato islamico. "La Repubblica islamica ha aiutato l'Iraq in quanto è un obbligo religioso e continuerà con il suo sostegno", ha spiegato il presidente.

 

Anche il ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, ha ribadito che l'Iran sosterrà Baghdad nella sua lotta contro i "terroristi" ma ha confermato che Teheran non entrerà nella coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. "Siamo molto chiari sul fatto che stiamo aiutando il governo centrale iracheno, come anche il governo regionale in Kurdistan, a combattere lo Stato islamico. Siamo noi i veri sostenitori dell'Iraq nell'affrontare questa minaccia perché noi crediamo che sia una minaccia", ha affermato Zarif in un'intervista all'emittente Cctv, a margine dell'Assemblea Generale a New York. Il ministro degli Esteri ha espresso dubbi sulla "serietà" degli Stati Uniti nella lotta ai gruppi jihadisti. "Se gli americani vogliono realmente combattere questa minaccia - ha concluso - dovrebbero abbandonare i loro doppi standard nei confronti del governo di Damasco, che sta invece combattendo i jihadisti, ha spiegato Zarif".

 

Di più su questi argomenti: