Il presidente ucraino Petro Poroshenko mostra l'accordo di associazione e commercio stipulato con l'Ue (Foto AP)

Kiev sigla l'accordo di associazione con l'Ue e dà autonomia e amnistia all'est

Redazione

L'Ucraina e il Parlamento europeo approvano il trattato di associazione e commercio. Il governo Poroshenko apre alle regioni orientali ma gli scontri continuano.

“Dalla Seconda guerra mondiale, nessun’altra nazione ha mai pagato un prezzo tanto alto per diventare europea”, ha detto oggi il presidente ucraino Petro Poroshenko durante la cerimonia solenne con cui il Parlamento ha ratificato all’unanimità un trattato di associazione e commercio con l’Unione europea. Il Parlamento di Kiev era collegato in diretta video con l'Aula europea di Bruxelles, e le due assemblee hanno approvato il trattato in sincrono, votando insieme. Il Parlamento europeo continuerà a difendere un’Ucraina unita e sovrana”, ha detto il presidente dell’assemblea Martin Schulz.

 

L’approvazione del trattato è stata accompagnata da dimostrazioni di orgoglio patriottico, ma nelle ore precedenti, con meno fanfara, il Parlamento di Kiev ha approvato (questa volta a porte chiuse, un’anomalia per la routine dell’assemblea) due disegni di legge che concedono ai separatisti dell’est del paese tre anni di larga autonomia amministrativa e un’ampia amnistia per chi è stato coinvolto nelle lotte di questi mesi.

 

La prima legge approvata, quella sull’autonomia amministrativa, fa concessioni che non erano state previste negli accordi di pace offerti a giugno ai separatisti dell’est, come la gestione delle nomine di giudici e procuratori e il controllo delle forze di polizia locali. La seconda legge garantisce l’amnistia ai separatisti delle regioni di Donetsk e Lugansk che hanno combattuto contro Kiev, a patto che non si siano macchiati di alcuni crimini gravi, come omicidio, stupro, rapimento, terrorismo. L’amnistia tuttavia non si applica a quanti hanno tentato di uccidere ufficiali e impiegati del governo ucraino: questo significa che buona parte dei guerriglieri, che per mesi hanno combattuto contro le forze del governo, sono esclusi dal provvedimento.

 

Con queste concessioni molto ampie, che hanno suscitato le proteste di alcuni gruppi di estrema destra come Svoboda, il governo di Poroshenko cerca di cementare l’accordo sul cessate il fuoco siglato forzatamente il 5 di settembre, dopo una serie di sconfitte dell’esercito ucraino nelle regioni orientali, propiziate, secondo Kiev e secondo i governi occidentali, da un intervento massiccio di uomini e mezzi di provenienza russa in favore dei ribelli. Nonostante questo, nelle regioni intorno a Donetsk gli scontri non si sono mai fermati del tutto, e anche oggi sono continuate le schermaglie e i lanci di mortaio. Il consiglio cittadino di Donetsk ha detto che la scorsa notte sono morte tre persone e ne sono state ferite cinque a causa di colpi di mortaio, mentre il colonnello ucraino Andreiy Lysenko, portavoce dell’esercito di Kiev, ha detto che nello stesso giorno sono stati uccisi tre soldati ucraini.

 

I gruppi dei separatisti hanno reagito in maniera ambivalente alle concessioni del governo. Uno dei leader della città di Donetsk, Andrei Purgin, ha detto a Reuters che “Il fondamento del documento che prevede la nostra permanenza politica nel territorio ucraino è ovviamente non accettabile”. Il comandante Alexander Zakharchenko ha invece detto all’agenzia di stampa russa Ria Novosti che la leadership dei gruppi separatisti prenderà in considerazione il contenuto del documento.

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