Barack Obama durante il colloquio con John Boehner dei repubblicani (Foto AP)

Obama non passa dal Congresso per attaccare lo Stato islamico

Redazione

Attesa per il discorso di stanotte, quando il presidente potrebbe annunciare un'operazione su vasta scala in Iraq e Siria. Intanto Kerry è in medio oriente per creare un blocco arabo contro i jihadisti.

Ieri il presidente americano Barack Obama ha riferito al Congresso di non aver bisogno del suo assenso per autorizzare la strategia che intende adottare contro lo Stato islamico in Iraq e Siria. Stanotte, Obama rivolgerà un discorso in prime time, un orario scelto non a caso per trasmettere un messaggio che riveli l'estrema gravità della minaccia jihadista in medio oriente. Durante il suo discorso, il presidente enuncerà le linee guida che intende seguire per lanciare l'offensiva, ripetendo più o meno quanto ha già accennato ieri a Harry Reid e Nancy Pelosi, leader dei democratici americani al Senato e alla Camera dei rappresentanti, e a Mitch McConnell e John Boehner, le controparti repubblicane. Obama "gli ha riferito di avere l'autorità necessaria per agire contro lo Stato islamico secondo la missione che delineerà nel suo discorso", ha fatto sapere la Casa Bianca con un comunicato. Una legge americana del 1973 richiede che il presidente consulti il Congrsso prima di dichiarare guerra ma gli permette anche una deroga di 60 giorni prima di ottenere il via libera.

 

Obama potrebbe annunciare, quindi, raid aerei contro le postazioni dei jihadisti non solo nel nord dell'Iraq ma anche in Siria. Una decisione che incontrerebbe il favore di una larga fetta del popolo americano: il 72 per cento, interpellato in un sondaggio della Nbc, ha dichiarato di essere a favore di un intervento armato in Iraq e il 65 per cento ha aggiunto che l'operazione dovrebbe includere anche la Siria. Di certo, dare ascolto all'elettorato americano può rappresentare anche un beneficio per la stessa Amministrazione Obama, in calo nei sondaggi in merito apprezzamento del suo operato (solo il 43 per cento degli americani giudica positivamente il mandato di Obama).

 

In attesa del discorso di stasera, il segretario di Stato John Kerry è volato a Baghdad per un tour che lo vedrà impegnato in diversi paesi della regione. Scopo della missione di Kerry è tentare di costituire un'alleanza di paesi arabi che sostenga l'offensiva americana contro lo Stato islamico. Il segretario di Stato ha già fatto tappa ad Amman, in Giordania, e si dirigerà in Arabia Saudita, Turchia, Bahrain, Emirati, Kuwait, Oman e Qatar.

 

[**Video_box_2**]Ancor prima di creare un blocco esterno al paese per attaccare i jihadisti, gli Stati Uniti dovranno però concentrarsi sul rafforzamento dell'esercito iracheno e sulla creazione di una nuova Guardia nazionale capace di resistere agli attacchi dei miliziani islamisti. Secondo funzionari dell'Amministrazione americana sentiti da Reuterts, il modello da seguire è quello già applicato tra il 2007 e il 2010 in Iraq, quando gli americani si affidarono al sostegno delle tribù locali per fronteggiare al Qaeda. Gli americani intendono contribuire alla creazione di un esercito iracheno più moderno, alzando le retribuzioni ai militari e migliorandone l'addestramento.

 

Sul terreno intanto il confronto settario si va allargando. Sebbene i curdi e gli sciiti siano riusciti ad avanzare a scapito dello Stato islamico, a diversi sunniti di Amerli è stato impedito il ritorno nelle loro abitazioni, dopo che le avevano abbandonate a causa del conflitto.