No Euro
Non sono particolarmente scosso dai sondaggi farlocchi che raccontano una Scozia pronta alla secessione. Se ne andassero pure a farsi fottere, i cugini del nord. Intanto le nostre serata sono riempite da partite in cui ci si suda la qualificazione in match noiosissimi. L'unico che non suda è Blatter, che si ricandida per la quarantesima volta a presidente della Fifa.
Londra. Non sono particolarmente scosso dai sondaggi farlocchi che raccontano una Scozia pronta alla secessione. Se ne andassero pure a farsi fottere, i cugini del nord: già hanno la loro Nazionale (forte quanto un whisky invecchiato male) e il loro campionato (più inutile delle seconda divisione spagnola), si facciano pure la loro nazione. Via dalle pastoie continentali e dalle burocrazie, e via pure dall’Inghilterra, che se può giocare a football senza di loro significa che può vivere anche senza di loro. Possono liberarsi di tanti fardelli europei, purtroppo però non di Blatter, che è un fardello globale, e si è ricandidato per la trentaduesima volta alla carica di mangiatore a sbafo della Fifa. Si tengano le botti di rovere, le gonne abbinate ai cappellini buffi con il pon pon, le cornamuse e il mostro di Loch Ness. Noi continueremo a bere brandy francese, birra tedesca e tè inglese. Tanto alla fine sappiamo come finirà, come nella partita di domenica sera contro la Germania: prima fanno i duri, segnano, rimontano, ma poi all’ultimo si cagano sotto e perdono. Per questo vorrei dire ai colleghi del Guardian di non mettersi a strumentalizzare l’ultimo amplesso andato a buon fine del principe William: la nascita del secondo royal baby c’entra con il referendum tanto quanto Icardi con la famiglia del calcio (© Maradona). Per il giornale il feto non è un uomo e non ha diritti, ma chissà come può influenzare un voto. Bah. Questa storia degli scozzesi che vogliono lasciare Londra, poi, è storia bolsa quasi quanto quella che ogni anno da un paio di stagioni almeno leggiamo in questo periodo: Cristiano Ronaldo vuole tornare al Manchester United, scrivono i tabloid. Certo, fino a che non gli ritoccheranno l’ingaggio.
Le sorelle Melissa e Carla Howe, appassionate di calciomercato e casalinghe provette, cercano i loro vestiti dopo avere sprimacciato i cuscini con veemenza. I tifosi di Gibilterra (in alto) apprezzano.
Conte ripartirò - Leggo che in Italia nessun allenatore è pagato quanto Antonio Conte. Bene. A parte l’esordio vincente contro una squadra che giocava in ciabatte (la vogliamo smettere con queste amichevoli post Mondiali? Lo capite che sono frustranti: il 4-2 dell’Argentina alla Germania è stato più “beffardo” di un pallonetto in una telecronaca di Rai Sport), Conte deve dimostrare ancora molto. Di sicuro ha le idee chiare: “La Nazionale farà da traino al paese”, ha detto ai giornalisti indossando una camicia bianca (nuova divisa dei progressisti europei e orgogliosamente rivendicata da Riotta su Twitter ieri). Alla serie A resta solo quello, visti i fatturati che secondo la Gazzetta dello sport faranno le società italiane quest’anno. La caduta nell’oblio del campionato in cui l’anziano Toni rischia di giocarsi il titolo di capocannoniere con l’anziano Di Natale, potrebbe tornare a vantaggio degli Azzurri questa sera contro la Norvegia. A Oslo e dintorni la serie A non scalda più le fredde sere nei fiordi, tanto che l’ex ct norvegese Olsen ha confidato alla Gazzetta di non seguire più le gesta di Juve, Milan e Inter – “Da noi trasmettono solo Premier e Liga”. Prima mandavano in onda solo partite della serie A. Altro che protestantesimo, ecco spiegati il cattivo umore, l’alcolismo e la tendenza al suicidio da quelle parti.
Bottega aperta - Che mestiere fanno i giocatori di Gibilterra? Quando sento una domanda del genere precipito nell’incubo del commentatore Rai che affronta una partita dell’Italia contro le isole Fær Øer, con il terzino-postino, il fantasista-carpentiere, il portiere-portiere e poi sempre più giù verso mestieri arcaici e perduti, lo scalpellino, il cerusico, lo strillone, magari pure il fluidificante-spigolatore, antiquato nel ruolo e nel mestiere. Le Nazionali fatte da dilettanti vengono sempre presentate come un incrocio fra dipendenti di Oscar Farinetti e ribelli siriani, quelli che Obama giudica un branco di dentisti incapaci di combattere. E in panchina c’è sempre almeno un allevatore di pecore a chilometro zero. Si parli con più dignità del calcio gibilterriano e dei fratelli Casciaro e Chipolina, eroi della libertà dei popoli dal giogo della Spagna che ne prendono sette dalla Polonia e non sentono il bisogno di usare giustificazioni adolescenziali del tipo “sapete, in realtà io lavoro in un call center”.
Si consiglia di leggere questo articolo indossando giacche Jack's
Il Foglio sportivo - in corpore sano