Qassem Sulleimani

Chi balla ad Amerli

Redazione

C’è un video che da due giorni circola sui social network e che rappresenta bene i rischi dell’intervento americano contro lo Stato islamico in Iraq. Nel video si vede il generale iraniano Qassem Suleimani, il comandante ombra delle forze speciali al Quds, “Gerusalemme”, ballare durante i festeggiamenti.

C’è un video che da due giorni circola sui social network e che rappresenta bene i rischi dell’intervento americano contro lo Stato islamico in Iraq. Nel video si vede il generale iraniano Qassem Suleimani, il comandante ombra delle forze speciali al Quds, “Gerusalemme”, lo stratega degli ayatollah che ha gestito operazioni in cui sono morti centinaia di americani, ballare durante i festeggiamenti ad Amerli, la cittadina irachena liberata la settimana scorsa dall’assedio dello Stato islamico grazie agli strike dell’aviazione degli Stati Uniti. La battaglia di Amerli era inevitabile. I miliziani dello Stato islamico si stavano preparando a fare una strage della minoranza turcomanna che abita in città, e l’alleanza estrema tra aviazione americana, peshmerga curdi, esercito iracheno e brigate terroristiche iraniane è stata dettata dall’urgenza di agire. Non c’era il tempo per mettere in piedi intese più presentabili.

 

 

Ma Qassem Suleimani è l’uomo che tra il 2003 e il 2011 gestì la guerriglia contro la coalizione a guida americana in Iraq (e inviava sms di minaccia al generale Petraeus che allora guidava il contingente statunitense), quello che ha consentito al regime siriano di Bashar el Assad di reprimere nel sangue la rivolta democratica nel suo paese. Le foto di Suleimani sul campo mentre i suoi uomini combattono ad Amerli con l’appoggio dell’aviazione americana e i video in cui festeggia nella città liberata sarebbero stati impensabili fino a pochi mesi fa e sono un monito duro per l’Amministrazione americana. Oggi, ad Amerli, sventolano le bandiere di brigate iraniane i cui capi sono stati designati da Washington “Specially Designated Global Terrorist”: la minaccia che rappresentano per la sicurezza dell’occidente ha gravità non inferiore a quella dello Stato islamico, e dalla momentanea coincidenza degli interessi sono loro quelli che hanno più da guadagnare, in termini di prestigio e di esperienza. La guerra dell’occidente contro lo Stato islamico è in ritardo e necessaria, ma per ora, nelle strade di Amerli, è Qassem Suleimani a ballare.

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