Una manifestazione di insegnanti precari a Roma (Foto Lapresse)

Esami di maturità

Redazione

Il blocco annuo delle retribuzioni del pubblico impiego, sino ad ora aumentate mediante scatti automatici basati sull’anzianità – che a loro volta generano anche passaggi di grado – potrebbe essere la premessa per una riforma basata sul merito.

Il blocco annuo delle retribuzioni del pubblico impiego, sino ad ora aumentate mediante scatti automatici basati sull’anzianità – che a loro volta generano anche passaggi di grado – potrebbe essere la premessa per una riforma basata sul merito. Si tratta soltanto di recuperare il criterio, attuato nel Regno di Italia, secondo il quale il passaggio di stipendio e di grado comportavano degli scrutini, ovvero l’esame di documentazioni e anche prove scritte e orali. Ciò ora è auspicabile in particolare per il settore dell’istruzione sia con riguardo al personale dipendente, con contratti a tempo indeterminato, sia per i cosiddetti “precari della scuola”; brutto termine in verità col quale in Italia si definiscono i contratti di lavoro flessibili, compresi quelli a termine. Nella scuola ci sono un milione di addetti, ma sono male distribuiti per località, istituti, discipline di insegnamento e rango di mansioni. Bisognerebbe perciò verificare periodicamente le competenze, il tipo di preparazione e il grado di aggiornamento del personale dipendente fisso per stabilire se merita uno scatto di stipendio ed eventualmente una promozione; magari anche in altra sede con nuove mansioni in relazione alle mutevoli esigenze didattiche e organizzative della scuola.

 

Ovviamente è importante la mobilità, e gli insegnanti sono tra i pochi dipendenti pubblici a sperimentarla davvero. Ma ciò vale anche con riguardo al personale precario che sino a ora è stato riassunto di anno in anno, senza appunto una verifica della sua preparazione, e che viene “stabilizzato” periodicamente in base a una sorta di usucapione del posto. L’aggiornamento, in questo caso, è più che mai necessario e deve essere affiancato a una certa mobilità. In una popolare trasmissione radiofonica del mattino, “Radio anch’io” di ieri, si è sentita la lamentela di una ex precaria della scuola che ora è stata assunta con un impiego fisso ma trova ingiusto che debba spostarsi in altra località; come se l’impiego statale non fosse al servizio del pubblico ma subordinato alle esigenze del lavoratore intellettuale quando trova un’occupazione stabile. Ciò è rilevante in quanto la formazione del capitale umano è un compito fra i più delicati e importanti nella società odierna, in cui i servizi prevalgono sempre più sui beni e il capitale immateriale sempre più su quello materiale. 

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