La home page di The Most, aggregatore di notizie del Washington Post

Così Washington Post e Financial Times indirizzano il flusso delle news per non farci annegare

Piero Vietti

Da qualche giorno due testate storiche e autorevoli come il Financial Times e il Washington Post, hanno lanciato esperimenti molto simili per cercare quantomeno di indirizzare lo stream.

Nel 2009 il direttore di TechCrunch.com, Erick Schonfeld, utilizzò per primo la parola stream (corrente, flusso) per definire la modalità in cui internet si stava evolvendo. Così è stato in effetti, e in pochi anni ci siamo ritrovati a osservare da riva un fiume in piena in cui è sempre più difficile pescare quello che ci interessa, essendo il criterio principe di questo scorrere la nowness, cioè ciò che è (stato pubblicato) adesso. Il mondo dell’informazione si è trovato travolto dalla corrente, cercando di resistere in qualche modo, con scarsi risultati: troppe informazioni, troppe fonti, troppi articoli uguali e troppa ambiguità spesso confondono utenti e lettori, trasformando il mondo delle news online in una grande bacheca in cui tutti i post si equivalgono.

 

Da qualche giorno due testate storiche e autorevoli come il Financial Times e il Washington Post, hanno lanciato esperimenti molto simili per cercare quantomeno di indirizzare lo stream. Il quotidiano finanziario inglese ha creato Antenna, una pagina web su cui pubblica tweet con notizie che potrebbero interessare ai suoi lettori. I tweet quasi sempre segnalano articoli o notizie da fonti diverse dal Financial Times, e vengono scritti da professori universitari, operatori finanziari, blogger e giornalisti selezionati. Su questa pagina succede quindi di trovare news della Bbc, di Bloomberg, o del Telegraph. Il sistema fa comparire su questa pagina tweet che rimandano a siti accuratamente selezionati dalla redazione del Ft, ed è pensato per “i lettori che non hanno tempo di stare su Twitter tutto il giorno ma non vogliono perdersi la grande quantità di storie interessanti che ci sono sul web”, spiega la home page di Antenna. Come nota l’esperto di marketing e comunicazione Pier luca Santoro sul sito di Data Media Hub, l’esperimento del Financial Times ha almeno tre aspetti positivi: fornisce un servizio in più e a costo zero ai lettori; esce dalla schiera di chi da anni fa la guerra agli aggregatori di notizie, girando l’idea a proprio vantaggio; sposta utenti dai social network verso le pagine del proprio sito, cominciando a monetizzare. Il vantaggio di seguire Antenna è proprio quello di non perdersi nel flusso infinito: una testata autorevole e di cui ci fidiamo seleziona per noi persone e siti autorevoli di cui si fida per dare una panoramica di quello che si dice sul web.

 

[**Video_box_2**]Esperimento analogo è quello da poco lanciato dal Washington Post. Il quotidiano di Jeff Bezos (che a breve verrà guidato da Fred Ryan, fondatore di Politico) ha creato The Most, pagina su cui aggrega le notizie più lette e condivise da quasi una ventina di fonti esterne (tra cui l’Atlantic, Slate e Time), consigliando così ai propri lettori articoli e video pubblicati da altri siti di informazione (e il numero di fonti è destinato ad aumentare, scrivono sulla pagina di The Most). Una specie di versione digitale americana del Foglio del lunedì, quando questo giornale propone ai suoi lettori articoli, curiosità e notizie uscite la settimana precedenti su altri quotidiani e riviste. Se è vero che “l’idea di giornale come pacchetto monolitico” è defunta (lo scrive ancora Santoro su Data Media Hub commentando l’esperimento del Washington Post), forse la via dell’aggregatore autorevole e intelligente (accanto alle proprie notizie e commenti originali) può essere una strada da imboccare. D’altra parte siti come Huffington Post (o Dagospia in Italia) sono già in gran parte “digeritori” di articoli altrui riproposti ai lettori perché ritenuti interessanti.

 

Il flusso è inarrestabile, anche se chi naviga col tempo sta imparando a non annegarci. Evidentemente anche le testate giornalistiche stanno iniziando a comprendere che se il nemico non si può sconfiggere, lo si può usare in modo intelligente: se non riesci a fermare la corrente, puoi almeno pescarci cose utili da dare a chi ti segue.

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  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.