Matteo Renzi (foto LaPresse)

Più fondi e basta precari. Renzi e #labuonascuola

Redazione

Il presidente del Consiglio presenta i 12 punti della riforma che verrà presentata a gennaio 2015. 150 mila assunzioni entro il settembre del prossimo anno, cambierà anche il sistema degli scatti di anzianità.

"Da gennaio i testi di legge" sulla scuola è quanto promette Matteo Renzi in un video messaggio postato sul sito del governo per il lancio del Patto Formativo #labuonascuola. "Il 2015 - dopo una lunga discussione - diventa l'anno della sfida, l'anno in cui si inizia a fare sul serio. Ma non ripartendo come sempre daccapo", piuttosto "provando a cambiare la nostra mente mettendo la scuola al centro dell'Italia che verrà".

 

 

Il primo punto di quella che sarà, secondo Renzi, "non l'ennesima riforma, ma un patto educativo", verterà sull'assunzione di circa 150 mila docenti entro il settembre 2015, abolendo così, secondo i piani del governo, la precarietà d'impiego nelle istituzioni scolastiche italiane. Cambierà anche il sistema degli scatti di anzianità: l'aumento di stipendio non avverrà più per anni lavorativi ma verrà premiato esclusivamente "la qualità del lavoro in classe, la formazione e il contributo al miglioramento della scuola". Cambiano anche le modalità di assunzione: dal 2015 si entrerà solo tramite concorso e verranno abolite le liste d'attesa.

 

 

Per l'esercizio finanziario del 2015, primo anno di attuazione del piano, sarà quindi necessario impegnare un miliardo, relativo ai primi quattro mesi corrispondenti agli ultimi quattro mesi dell'anno solare (da settembre a dicembre). La cifra dei 3 miliardi di euro, fa notare il governo, potrebbe anche inferiore "anche in materia significativa, proporzionalmente alle risorse che verranno risparmiate grazie all'abolizione delle supplenze. Una stima cauta porta a considerare che il risparmio potrebbe arrivare a 300-350 milioni l'anno".

 

Basta tagli alla scuola, la promessa del presidente del Consiglio, che sottolinea come "metteremo più soldi sulla scuola, perché investire sulla scuola non è una spesa ma un investimento per i nostri figli, per il nostro futuro".

 

Dal 15 settembre al 15 novembre il governo aprirà quindi una campagna di ascolto su quali siano le necessità da affrontare e quali siano le problematiche da risolvere. Questa iniziativa porterà alla realizzazione di un dossier, del tutto simile a quello già realizzato per la riforma della pubblica amministrazione.