La presidenza delle commissioni Esteri e Difesa del Senato con i ministri Mogherini e Pinotti (foto LaPresse)

Armi ai curdi, arriva il via libera della commissione in Senato

Redazione

Mogherini: "Lo Stato islamico è un pericolo". L'Italia fornirà armi leggere ai peshmerga. La Francia chiede un intervento con Cina, Iran e Russia.

Voto favorevole da parte dei componenti delle commissioni Esteri e Difesa del Senato, alla risoluzione di maggioranza in cui si autorizza l'invio di armi ai curdi in Iraq. Il via libera è giunto con 27 voti favorevoli e 4 contrari, nessuno astenuto. Alla Camera i sì sono stati 56, i no 13.

 

Lo Stato islamico rappresenta "una minaccia non solo per l'Iraq, ma per l'intera regione, per l'Europa e per il mondo intero". Federica Mogherini nel suo intervento non ha usato mezzi termini per affrontare la questione irachena, sottolineando inoltre come l'avanzata dell'Is metta "a rischio la stabilità della regione, per noi strategica, la sicurezza nazionale, e soprattutto un principio fondamentale, quello della convivenza delle differenze in uno stesso territorio".

 

"Qui è a rischio la vita di civili, cristiani, yazidi, musulmani, di tantissime persone e credo che sia un dovere politico ma anzitutto morale rispondere a questo dramma umanitario" ha ribadito il ministro, che ha precisato che "per rispondere alla richiesta di aiuto del Kurdistan iracheno ci siamo impegnati a costruire una cornice internazionale a partire da quella europea" e con i principali attori della regione. Anche con frequenti contatti con il Vaticano".

 

Al momento l'Italia si è limitata all'invio di aiuti umanitari, ma questa è solo la prima delle tre linee d'azione che l'Italia ha deciso di seguire con gli altri paesi dell'Unione europea. Il nostro paese ha finora recapitato nel nord dell'Iraq sei voli, "l'ultimo dei quali sarà effettuato oggi, con a bordo 50 tonnellate di acqua e generi alimentari di prima necessità oltre a 200 tende e e 400 sacchi a pelo".

 

Il passo successivo della missione umanitaria condivisa con i membri Ue sarà quello di stabilire "le modalità di una risposta positiva alla richiesta delle autorità irachene - governo centrale e regione autonoma del Kurdistan - di forniture militari". Le armi leggere (mitragliatrici, razzi anticarro e munizioni varie) che verranno consegnate ai curdi iracheni per fronteggiare i militanti dell'Is "sono funzionanti ed efficienti perché sottoposte a trattamento di conservazione nel tempo. Sono state fatte delle verifiche. Sono armi che le forze italiane non usano più o che sono state oggetto di confisca. Quindi, c'è un costo zero in questa operazione, al di là del trasporto degli armamenti che avverrà via aereo o via mare", ha spiegato il ministro Pinotti. Tra gli interlocutori della Farnesina anche l’Iran: «In questi giorni», ha affermato, «abbiamo lavorato in contatto costante con attori della regione, e con paesi che hanno una chiara e diretta influenza sull’Iraq» dal «ministro degli Esteri iraniano a quello turco, emiratino, giordano».

 

 

In ultima battuta dovrà essere messa a punto un'azione politica coordinata, poiché "sono convinta che sia il piano degli aiuti umanitari sia il piano del sostegno sul piano della sicurezza militare possano essere indispensabili nell'immediato, ma - ha sottolineato il ministro - difficilmente rappresentano una soluzione a lungo termine di qualsiasi crisi". Non è solo la situazione in Siria e Iraq a preoccupare l'Europa. Particolarmente delicata infatti, secondo il ministro sono infatti le dinamiche politiche che si stanno delineando nei territori limitrofi come "Giordania e Libano che sono pericolosamente sull'orlo dell'instabilità".

 

La Francia chiede l'intervento di Cina, Russia e Iran con l'occidente contro lo Stato islamico

 

Il ministro degli Esteri francese Laurent FabiusIl ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius (nella foto), ha invitato "tutti i paesi della regione", tra cui l'Iran, a unirsi all'occidente per combattere gli jihadisti sunniti dello Stato islamico (Is) in Iraq e in Siria. Nel corso di un'audizione in Parlamento, il capo della diplomazia francese ha parlato della necessità di un'azione coordinata contro i terroristi dell'Is. "Speriamo che sia possibile, vogliamo che partecipino a questa azione i paesi della regione, tra cui gli Stati arabi e l'Iran e i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu" (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia), ha sottolineato Fabius. Il presidente francese, Francois Hollande, ha chiesto di convocare una conferenza internazionale per coordinare gli sforzi per combattere gli jihadisti. "Dobbiamo valutare con gli altri partner come fronteggiarli in termini di intelligence e di assetti militari", ha sottolineato ancora il ministro, il quale ha segnalato la necessità di "separare il gruppo (jihadista) dalla popolazione".

 

Oggi l'obiettivo dell'Isil è l'Iraq, poi la regione e poi ancora l'Europa, ha affermato Fabius, sottolineando che il "gruppo terroristico è diverso dagli altri per natura e pericolo che pone" e confermato che la Francia in Iraq "ha dispiegato una azione umanitaria e spedizioni di armamenti". "L'obiettivo di questo gruppo è quello di uccidere tutti coloro che non si sottomettono", ha aggiunto, ricordando che la ragione per cui si è separato da al Qaeda è "perché considerava l'organizzazione troppo morbida".

 

Di più su questi argomenti: