Un tank russo al confine con l'Ucraina (foto Ap)

In Ucraina i civili tornano a essere un obiettivo militare

Redazione

Preso di mira un bus carico di profughi. Imprecisato il numero delle vittime e scambio di accuse tra Kiev e Mosca. Si sblocca la situazione del convoglio di aiuti umanitari russi fermo da giorni al confine tra i due stati.

Un bus carico di rifugiati proveniente da Lugansk è stato colpito da un razzo sulla strada tra Khriaschuvate e Novosvitlivka. Imprecisato il numero delle vittime, tra cui ci sarebbero donne e bambini. "La forza dell'esplosione è stata così potente che le persone sono bruciate vive all'interno del veicolo" ha affermato il portavoce dell'esercito ucraino Anatoly Proshin. Mancano tuttavia ancora conferme indipendenti dell'attacco. Ogni giorno circa 500 persone scappano dalla città roccaforte dei miliziani assediata dall'esercito ucraino.

 

Per Kiev la responsabilità è dei ribelli filorussi, che tuttavia negano ogni addebito. Uno scambio di accuse reciproche difficili da verificare, così come avvenuto venerdì scorso quando il presidente Poroshenko aveva annunciato che tank russi sconfinati in territorio ucraino erano stati colpiti dall'esercito dell'ex repubblica sovietica, notizia che tuttavia non ha trovato riscontri.

 

"I movimenti di truppe al confine russo con l'Ucraina sono dovuti alle ostilità in corso nella regione e alla necessità di garantire la sicurezza nazionale". Lo ha spiegato il ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov, parlando in una conferenza stampa a Berlino, all'indomani dell'incontro con gli omologhi tedesco, francese e ucraino sulla crisi nel sud-est della ex Repubblica sovietica.

 

"Su questo non si può essere troppo cauti, dobbiamo mostrarci vigili - ha detto - in ogni caso sul nostro territorio abbiamo il diritto di prendere le decisioni che consideriamo necessarie per la garanzia della nostra sicurezza".  "Vi ricordo ancora una volta - ha aggiunto Lavrov - che dall'altra parte del confine è in corso una guerra vera".

 

Il ministro degli Esteri russo ha inoltre chiesto l'intervento diplomatico americano per convincere Kiev a fermare la "guerra fratricida" nel sud-est del Paese. "Sfortunatamente gli Stati Uniti non erano presenti all'incontro di Berlino ma inviamo un messaggio pressante ai nostri partner di Washington, chiedendo con urgenza che facciano pressione sulle autorità di Kiev per raggiungere finalmente la fine dei questa guerra fratricida e l'inizio del processo di negoziati".

 

Intanto sembra essersi sbloccata la situazione del convoglio di aiuti umanitari russi bloccato da giorni al confine. Il ministro delle Politiche sociali dell'Ucraina, Lyudmyla Denisova, ha firmato infatti un'ordinanza che riconosce come "aiuti umanitari" il carico trasportato dal convoglio russo, destinato alle popolazioni del sud-est, nell'ambito della missione guidata dalla Croce rossa internazionale (Icrc). Il cargo, come attestato dall'associazione umanitaria comprende carne in scatola, riso, grano saraceno, sale, zucchero raffinato, té, latte condensato, acqua, cibo per l'infanzia, sacchi a pelo, generatori elettrici e farmaci che non contengono sostanze narcotiche.

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