Marina Silva e il compianto Eduardo Campos (foto LaPresse)

Quanto è letale essere il capo di Marina Silva, eroina brasiliana

Redazione

Lei è una delle anime della sinistra radicale brasiliana ed è la seconda volta che è chiamata a sostituire in corsa, e in lutto, l’amato leader di riferimento.

Roma. Lei è la numero due, la vice, l’ombra del protagonista. Il numero uno improvvisamente non c’è più. Per morte violenta o per tragico incidente. Lei prende il suo posto. E’ odioso dirlo, ma la vita politica di Marina Silva, sinistra radicale brasiliana, finora è andata così. E’ la seconda volta che è chiamata a sostituire in corsa, e in lutto, l’amato leader di riferimento, a causa della morte prematura del suddetto. Non sarà cattiva, anzi poverina, è senza dubbio addolorata e per fortuna non ci legge, ma voi la vorreste come vostra vice una con questo curriculum di croci alle spalle?

 

Marina, 56 anni, è il simbolo dell’ecologismo militante in Brasile. La sua storia è così romanzesca da confondersi ormai nel mito dell’immaginario pop brasiliano. E’ nata nello sperduto stato Acre, nell’Amazzonia profonda, terra indigena al confine con la Bolivia. Era una adolescente analfabeta quando entrò in contatto con il movimento degli estrattori di caucciù, guidati da Chico Mendes, allora amatissimo leader popolare, tuttora adorato come il super eroe dei movimenti di base in Brasile. Lui fu ucciso nel 1988. Marina prese il suo posto.

 

Lula Da Silva fece di tutto per averla con sé nel 2003. Il Pt per la prima volta al governo voleva mostrare la faccia pulita di Marina Silva. Lei avrebbe dovuto essere la garanzia della veridicità delle promesse del Pt al debutto. Compresi i piani sulla protezione della Foresta amazzonica e sul freno all’espansione delle piantagioni ogm. Invece, dopo pochi mesi, la deforestazione cominciò a crescere assieme ai prezzi dei prodotti agricoli da export sul mercato internazionale. Marina denunciò la potenza di corruzione dell’agrobusiness e si dimise. Poi, con oltre venti milioni di seguaci, raccolti soprattutto tra i fedeli delle chiese evangeliche, di cui fa parte, ha fondato un suo gruppo politico, ma per una contestazione formale la sua lista è stata esclusa dalle elezioni. Da lì, la scelta di presentarsi a fianco del Partito socialista (psb). Fino all’altroieri era candidata alla vicepresidenza della Repubblica in tandem con Eduardo Campos, 49 anni, del psb, un ex alleato della presidente Dilma Rousseff che si è sfilato dal governo e tentava di aprire a una terza via, tra Partito dei lavoratori (Pt) e Partito della socialdemocrazia (Psdb), i due grandi carrozzoni del bipolarismo politico brasiliano degli ultimi vent’anni.

 

Campos voleva rappresentare un’alternativa non di destra a Dilma. Difficile, gli ultimi sondaggi lo davano al 10 per cento, con Dilma (Pt) al 38 per cento e Aécio Neves (Psdb) al 23 cento, con probabile pareggio tecnico dei due al secondo turno. Campos ha preso con sé Marina, nonostante i loro profili politici non fossero facilmente associabili. Contava sui suoi voti, sul suo carisma, sul ritorno elettorale della sua fama di attivista allergica a ogni compromesso, perfetta quindi per raccogliere su di sé le simpatie degli astensionisti di sinistra, la grande nebulosa dei delusi da dieci anni di governi del Pt che però non vogliono votare l’opposizione storica perché la considerano troppo a destra. Marina, molto più conosciuta di lui, è stata attenta a non rubare la scena, a rimanere un passo indietro, a fare l’ombra discreta del candidato presidente.

 

Mercoledì mattina Marina ed Eduardo dovevano trovarsi all’aeroporto Santos Dumont di Rio de Janeiro e salire sullo stesso aereo, un Cessna preso in affitto per l’occasione, e andare insieme allo stadio di San Paolo a registrare uno spot. La campagna elettorale inizia la prossima settimana, le elezioni sono il 5 ottobre. Marina all’ultimo momento ha cambiato programma e si è imbarcata con i suoi addetti stampa in un volo commerciale. Il Cessna è decollato alle 9,30 senza di lei ed è precipitato poco dopo nella città di Santos, sul litorale paulista. Tutti morti: Campos, il suo addetto stampa, il suo consigliere politico, il fotografo e i due piloti. L’aereo aveva avuto un problema al decollo lo scorso 16 luglio, si è saputo dopo. Il Brasile è in lutto per tre giorni. Il Partito socialista ha tempo fino al 23 agosto per decidere cosa fare. Nel partito vogliono la Silva, anche se è un’esterna. Nelle intenzioni di voto ha sempre avuto più punti di Campos. Marina ha calato una barra nera sul suo profilo online.

 

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