Re Felipe VI di Spagna durante la sua cerimonia d'insediamento in Parlamento (Foto Ap)

In Spagna non comanda la burocrazia

Redazione

La vera differenza con l’Italia sta nel processo decisionale che funziona.

Il Wall Street Journal, sottolineando la difficoltà italiana a uscire dalla recessione a differenza di quanto accade in altri paesi, a cominciare dalla Spagna, osserva che Matteo Renzi “ha raggiunto un accordo per riformare il sistema politico”, ma non riesce a dare “segni di cambiamento di vasta portata del lavoro e del mercato produttivo o di revisioni della burocrazia e del sistema giudiziario”.

 

In effetti sta proprio in questi tre terreni il deficit del sistema italiano rispetto a quello spagnolo, che pure ha subìto colpi occupazionali più pesanti, soprattutto per l’esplosione della bolla immobiliare che ha travolto un terzo del sistema bancario. Quando però il governo ha adottato misure anche severe, come quellaa che ha ridotto le retribuzioni dei dipendenti statali, compresi i magistrati, adottata da un governo socialista, o quella, adottata dal governo moderato,  di dimezzare le indennità per il licenziamento e abolirla per il primo anno di lavoro, le burocrazie le hanno applicate e la magistratura le ha confermate, nonostante le richieste di dichiararle incostituzionali. I sindacati hanno proclamato scioperi generali a ripetizione, gli “indignados” hanno circondato il Parlamento, ma le leggi adottate per combattere la crisi sono state osservate e hanno dato i loro frutti. Anche in Spagna c’è una grande campagna  sugli scandali di corruzione, ma quando il magistrato Baltasar Garzón, nella sua iniziativa giustizialista, ha violato le regole di garanzia, il Consiglio superiore della magistratura spagnolo lo ha sospeso per cinque anni. Si può mettere sotto accusa anche la sorella del re, ma se non rispetta la procedura anche il più popolare dei magistrati politicizzati può essere sanzionato. La differenza principale tra Spagna e Italia, al netto dei parametri economici pur differenti, sta probabilmente qui, nella sostanziale solidità del sistema decisionale, che può adottare decisioni rapidamente e poi vederle applicate. E le decisioni, in un meccanismo che funziona, possono anche essere corrette rapidamente quando mostrano difetti. Questa forza politica, peraltro, ha permesso alla Spagna di superare sistematicamente il vincolo del 3 per cento di deficit, anche quando ha chiesto un prestito di 40 miliardi per tamponare la crisi bancaria, appunto perché in cambio ha dimostrato di saper riformare dove serviva.   

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