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Da Roma a Londra

Così la genetica faustiana ha cancellato la maternità “Stiamo rifacendo l'Eden”

Giulio Meotti

King: “Nel caso italiano è la biologia che ridisegna la società”. L’Inghilterra dà il via libera ai bimbi con tre genitori.

Roma. Sono gli scienziati inglesi Hilary e Steven Rose a decretarlo nel loro libro fresco di stampa, “The Promethean Promises of the New Biology”: “E’ stata abolita la regola Romana ‘mater semper certa est’”. Lo scambio di embrioni a Roma, avvenuto a seguito di un tragico caso di fecondazione eterologa, fa cadere il consolidato principio che nei rapporti di filiazione vuole che l’unico elemento certo sia proprio la madre (il principio del “sed pater incertus” è stato archiviato da tempo).
Due giorni fa, a L’Aquila, sono nati “i gemelli del Pertini”, un maschio e una femmina, già registrati all’anagrafe con il cognome dei genitori gestanti, mentre quelli biologici aspettavano la decisione del tribunale per vedere riconosciuti i loro diritti. All’estero, casi simili sono stati risolti diversamente. In Australia, la madre è colei che porta in grembo il bambino, non la donatrice, mentre negli Stati Uniti si è arrivati a separare i gemelli di nascita se uno dei due è figlio di un’altra coppia naturale. Il bioeticista Ercole Trerotola parla espressamente di “crepuscolo del ‘mater semper certa est’ nella prospettiva della maternità surrogata”.
“Per la prima volta nella storia l’identità della madre diventa incerta”, dice il biologo Steven Rose. “E’ un esempio della scienza che fa la cultura. Oggi alla voce ‘madre’ possono contribuire tre donne, quella che dona il gamete, quella che fornisce l’utero e quella che alleva il bambino”.

 

Giorni fa il New York Times proponeva una inchiesta straordinaria su questa frontiera che abbatte ogni identità familiare e di genere: “Il Mondo nuovo dei tre genitori”. I bambini geneticamente modificati con tre genitori “potrebbero essere fatti nei laboratori inglesi già il prossimo anno”. Lo ha annunciato la scorsa settimana il governo di David Cameron, in seguito a una consultazione durata tre mesi e dopo la quale Downing Street ha deciso di portare davanti al Parlamento il regolamento che permetterà la legalizzazione della tecnica. E’ la fecondazione di un ovulo geneticamente modificato con il Dna di un altro ovulo. Il trattamento di fecondazione in vitro prevede infatti la creazione di un embrione da due donne e un uomo per fabbricare un bambino con un patrimonio genetico che lo “liberi” da “disturbi severi e debilitanti”, scrivono gli esperti. Significa che il neonato potrà essere concepito in provetta da tre genitori. E che avrà dunque due mamme e un papà. Si parla di duecento bambini che ogni anno nasceranno in Inghilterra con questa tecnica.

 

Scienziati come Diane Beeson della California State University, l’israeliano Carmel Shalev e Charis Thompson di Berkeley hanno denunciato che “sarebbe il primo intervento sulla linea germinale umana”.

 

“L’evoluzione nelle nostre mani”

 

Per la prima volta la scienza è in grado di spezzare il pedigree genetico di un gruppo di esseri umani, alterare l’eredità genetica di un individuo, cancellandone, di fatto, la storia. In Olanda è al vaglio una legge che ne farebbe il primo paese al mondo a prevedere che tre, quattro o più soggetti possano essere considerati, completamente alla pari, “genitori” dello stesso figlio.
“Sono tecniche oppressive”, dice al Foglio David King, direttore della organizzazione non governativa laica Human Genetics Alert, che in Inghilterra monitora le tecniche di fecondazione e di genetica. “Il caso di Roma dimostra che la biologia può davvero riformulare una nuova società. Entrambi i genitori italiani, infatti, possono reclamare di essere quelli biologici. Sia la madre e il padre che hanno fornito i gameti per la fecondazione, sia la madre che ha partorito i bambini e che ha dato loro tutto quanto necessario per metterli al mondo”. In Inghilterra, per ovviare a problemi legali come quello di Roma, verrà impedito al nascituro di conoscere una delle due madri, o padri.

 

“Fa parte della strategia dei sostenitori di queste tecniche per minimizzare il significato del Dna”, spiega King. “Il patrimonio genetico non condizionerebbe il bambino, i mitocondri sarebbero ‘soltanto delle batterie’. E’ un non senso”. Il progetto è culturale, ci dice David King. “Sarà come rifare l’Eden, perché stiamo prendendo nelle nostre mani il processo evolutivo. Tra vent’anni, quando saremo nel bel mezzo di un mercato eugenetico di bambini disegnati su misura, guarderemo a questo momento come quello in cui la ‘red line’ etica è stata superata”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.