Se è bella, dirle che è bella è utile soprattutto a lui, lo aiuta a ricordarsi che la cena serve all’andare al dunque e non a risolvere i problemi geopolitici del pianeta

Sdraiala senza parlare di Dio

Camillo Langone

Il Dottor Amore alle prese con la galanteria, in una selva di doveri, trucchi e insidie: complimentala a prescindere, portala in taxi, evita la politica e fa’ che sia lei a bere.

La galanteria è l’altra cosa che distingue il maschio dalla femmina. La donna che, asservita all’ideologia genderista, respinge il mazzo di fiori, l’apertura della portiera, il pagamento del conto, ha dato le dimissioni dalla sua femminilità. Ubriaca di autosufficienza, nemmeno il Dottor Amore può fare più nulla per lei. L’unico gesto galante che una donna viva è autorizzata a non apprezzare incondizionatamente è il baciamano, il quale, in effetti, può risultare vetusto e ridicolo. “Troppo antico e affettato”. “Mi suona sempre fasullo”. “E’ irritante, mi disturba”. “Va bene se te lo fa tuo zio”. Quest’ultima è l’affermazione definitiva perché nessun uomo, credo, è interessato alla parte dello zio. Senza contare che un baciamano perfetto è patrimonio di pochissimi e tutti gli altri fatalmente inciampano nel come farlo o nel dove farlo o nell’a chi farlo. Quindi riposi in pace, l’amore fisico ha ben altre frecce al suo arco.

 

Se ne possono scagliare molte nell’ambito di un invito a cena. Consiglio di andare al ristorante in taxi, in modo da emanare rilassato benessere e da evitare snervanti, antiromantiche ricerche di parcheggio. E per avere le mani libere. Sono importanti le mani nell’amore. Sul sedile posteriore, senza il pensiero della guida e il fastidioso cambio proprio in mezzo, si avrà l’agio di sussurrare alla dama un complimento circa le sue mani. Non ha mani belle? Come sono belli i suoi anelli. Non porta gioielli oppure sono troppo evidentemente brutti e dozzinali? Com’è bella la sua pelle. Nemmeno quella? Allora si elogino i capelli, il vestito, la scollatura, l’abbronzatura, l’assenza di abbronzatura, il profumo, la borsa, l’assenza di borsa: ci sarà pure qualcosa di appetitoso o di raro, in lei. Il Dottor Amore non esorta a mentire, anzi: esorta a cercare nella persona con cui si è scelto di condividere del tempo qualcosa di onestamente elogiabile, e chi cerca trova.

 

I vecchi seduttori ricordano quanto sia utile sorprendere, dicendo alle donne belle che sono intelligenti, a quelle intelligenti che sono belle. E’ un metodo che piace a tante pazienti, in particolare a colei che ha pronunciato le seguenti argute parole: “Apprezzo molto i complimenti che non si riferiscono all’aspetto fisico bensì al mio intelletto. Sentirmi dire da un uomo che sono intelligente può portare a farmelo piacere (il che dimostra che tanto intelligente non sono)”. Ma se la donna è davvero attraente bisogna autocensurarsi per non dirle quello che le hanno già detto in tanti? Sì, secondo i vecchi seduttori. No, secondo il Dottor Amore che è contrario ai corteggiamenti troppo meccanici, oltretutto a rischio di sgamo. Se è bella, dirle che è bella è utile soprattutto a lui, lo aiuta a ricordarsi che la cena serve all’andare al dunque e non a risolvere i problemi geopolitici del pianeta e nemmeno ad assegnare il prossimo premio Nobel per la Letteratura. Evitare comunque di elogiare l’eventuale stupidità.

 

Nelle teche Rai esiste un documentario in bianco e nero girato al sud al tempo della differenza sessuale e dell’attivismo sessuale (come spesso ricorda il Professor Volpi, lo si faceva di più quando se ne parlava di meno: “Una donna di 20-25 anni nel matrimonio ha senz’altro, mediamente parlando, un numero di rapporti sessuali decisamente superiore a quelli di una donna di pari età non sposata e, com’è quasi sempre oggi a quelle età, neppure convivente stabilmente con un uomo. La crisi del matrimonio ha pertanto rappresentato una caduta indubbia del numero e della frequenza dei rapporti sessuali”). Si parla appunto di matrimonio, nel vecchio filmato, e si chiede al primo giovanotto come vorrebbe la moglie e lui apertamente risponde: “Poco intelligente”. Perché? “Per evitare discussioni inutili”. Ecco, proprio per evitare discussioni inutili non è più il caso di parlare così apertamente, nell’ultimo mezzo secolo la libertà di espressione si è alquanto ridotta, e poi oggi anche le sciocche discutono. Anzi, a pensarci bene, discutono soprattutto loro. Non si concedano pretesti alle contese: non è assennato a tavola parlare di politica o di religione, argomenti i più divisivi, con amici e parenti, figuriamoci con una donna che si desidera vedere nuda dopo il dolce o al posto del dolce. E’ molto più galante non polemizzare che aprire la portiera o cedere il passo, gesti che, siccome nel vocabolario femminile l’accezione della parola “Romanticismo” è ancora quella di Rousseau, funzionano solo se spontanei o se tali appaiono.

 

Durante la cena ricordarsi di versarle l’acqua e il vino, senza dimenticare che dei due commensali lei è l’unica a potersi permettere di bere ad libitum. “Bacco suol nell’amoroso gioco / aggiungere alle femmine più foco”. Non ho trovato nei miei appunti di antico lettore di poesia una sola rima che dica invece il vero effetto dell’alcol sul maschio praticante. Euripide, Ovidio, Orazio, Piave, Baudelaire, Praga, Cergoly hanno scritto versi meravigliosi, quindi più pericolosi, sull’ebrezza maschile come lasciapassare per Eros. Sconsiderati. Cattivi maestri.

 

Chi vuole andare al dunque lasci perdere la grande poesia e si affidi alla piccola prosa del Dottor Amore. Ed eccoci al conto: pagarlo è la madre di tutte le galanterie. E’ vero che salendo geograficamente e scendendo anagraficamente l’attesa femminile del pagamento maschile si riduce, tuttavia bisogna pagare sempre. Anche se è una ragazza, anche se è milanese. Qualcuna afferma di provare disagio, turbamento, sensazione di dover ricambiare in qualche modo. Pazienza: non è la pace dei sensi quella che si deve indurre. Meglio della divisione del conto, eroticamente esiziale, può essere perfino lasciar pagare lei, se benestante o insistente in tal senso. Ai fini del dunque è meglio apparire un lenone, un delinquente, un debosciato, piuttosto che un amministratore di condominio. Questo a livello teorico. A livello pratico conosco solo un uomo capace di far pagare il conto a una ragazza senza perdere un briciolo di dignità virile. Quest’uomo è il Maestro Bonaga, alla cui peripatetica scuola bolognese non cesso di abbeverarmi. Se non possedete la superiore sicurezza e la superiore filosofia del Maestro, ed è statisticamente improbabile che le possediate, pagate, o guai a voi.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).