Il ministro dell'Economia Padoan insieme al premier Renzi (Foto Lapresse)

Il pil cala dello 0,2 per cento. Padoan assicura: "Nessuna manovra prevista"

Redazione

La produzione industriale invece cresce nell'ultimo trimestre. Il ministro assicura: "Sgravi fiscali saranno inseriti nella Legge di Stabilità".  L'Ue: "Presto per aggiornare la previsione del deficit".

Meno 0,2 per cento. Le stime ufficiali dell'Istat hanno sancito una decrescita del prodotto interno lordo italiano rispetto al trimestre precedente, che già era diminuito su base congiunturale dello 0,1 per cento. Pier Carlo Padoan al Tg2 ha commentato: "E' un dato negativo". Ma il ministro del'Economia guarda davanti e assicura: "Dietro l'angolo non c'è nessuna manovra. Il Governo osserva attentamente l'andamento della finanza pubblica e con il controllo attento delle spese non ci sarà bisogno di una manovra". La situazione, a suo avviso, è "frutto di una crisi internazionale ma soprattutto europea che non è finita" e che l'Italia sconta in modo maggiore per "il peso di impedimenti strutturali e di un debito elevato". Il governo quindi andrà avanti sulla strada già tracciata: "Per le famiglie ma anche per le imprese abbiamo abbattuto le tasse ad aprile e con la Legge di Stabilità renderemo permanente il bonus: perciò alle famiglie dico di avere fiducia e di spendere al meglio le risorse aggiuntive che vi vengono trasmesse".

 

In mattinata l'Istat aveva spiegato che "il calo congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi  comparti di attivita' economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo mentre quello della componente estera netta è negativo".

 

La produzione industriale invece torna a crescere. L'Istat infatti ha registrato un + 0,9 per cento a giugno, dato in controtendenza rispetto al mese precedente nel quale era risultato invece in calo. Il dato è positivo anche su base annua, in crescita dello 0,4%. I dati rilasciati dall'Istituto di statistica sono i migliori da gennaio.

 

Sebbene l'incremento fosse atteso dagli analisti, esso è stato superiore alle aspettative. Gli analisti infatti stimavano un'aumento al massimo dello 0,7 per cento. A contribuire alla crescita della produzione sono state le variazioni congiunturali positive nei raggruppamenti dei beni strumentali (+2,6 per cento), dei beni di consumo (+2,5 per cento) e dell'energia (+0,3 per cento), mentre segna una variazione negativa il comparto dei beni intermedi (-0,2 per cento).

 

Il calo del Pil italiano nel secondo trimestre dell'anno segnala "un ulteriore ritardo per la ripresa" del nostro paese e avrà sicuramente "un impatto negativo sui conti pubblici", anche se "è troppo presto per aggiornare la previsione del deficit nel 2014". Lo ha detto il portavoce del commissario Ue agli Affari Economici e Finanziari, Katainen. Il dato sul Pil italiano diffuso oggi è nettamente peggiore anche rispetto alle previsioni della Commissione che per il secondo trimestre di quest'anno avevano indicato una crescita dello 0,3 per cento, ha ricordato Simon O'Connor, che ha sottolineato che l'impatto di tale dato sul deficit verrà valutato in occasione delle prossime previsioni di novembre.

 

Di dati attesi ha parlato invece Graziano Delrio, perché gli effetti delle politiche di governo si vedranno non prima del secondo semestre. Ma la direzione intrapresa, ha aggiunto, resta quella giusta e semmai, serve ancora maggiore forza, soprattutto per l'azione di investimenti e crescita della Ue.  "La direzione", ha affermato, "è quella giusta, poi bisogna valutare con quanta forza si mettono in campo queste cose. Credo che questi dati aiutino a lavorare con più energia e decisione sulla strada degli investimenti e della crescita"."Sapevamo, come abbiamo sempre detto, che gli effetti li vedremo nel secondo semestre. Quindi non c'è bisogno di allarmarsi".

 

Anche Bruxelles resta cauta sull'interpretazione dei dati Istat. "I rischi erano già stati evidenziati nelle previsioni di primavera - ha detto - e quello che c'è da fare è ben noto. Lo stesso ministro Padoan ha confermato la necessità di accelerare le riforme: per noi le raccomandazioni di giugno sono quindi ancora valide". Il portavoce ha ricordato che il dato di oggi è in linea con le più recenti previsioni degli organismi nazionali ed internazionali: "Per l'intero 2014 noi avevamo previsto una crescita dello 0,6 per cento ma il Fondo monetario aveva già stimato che sarebbe stata dello 0,3 per cento e la Banca d'Italia dello 0,2 per cento".

 

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