Matteo Renzi e Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

Per un Nazareno economico

Redazione

Gli emendamenti governativi al decreto sulla Pubblica amministrazione riguardanti l’età di pensionamento per il personale docente del pubblico impiego sono il segnale di un’importante inversione di tendenza del governo su un tema cruciale: quello delle pensioni.

Gli emendamenti governativi al decreto sulla Pubblica amministrazione riguardanti l’età di pensionamento per il personale docente del pubblico impiego sono il segnale di un’importante inversione di tendenza del governo su un tema cruciale, quello delle pensioni, in cui era in atto il tentativo (l’ennesimo) di smontare la riforma Fornero, che ha dato attuazione alla riforma Dini del primo governo Berlusconi, basata sul sistema contributivo. Ciò mostra che sta maturando la possibilità di estendere all’economia il “patto del Nazareno” fra Renzi e Berlusconi che ha finora riguardato le riforme istituzionali.

 

I sindacati sono compatti nel criticare il governo che non ha concesso la deroga alla riforma Fornero riguardante gli insegnanti a “quota 96” e ha così rinunciato ad assumerne 4 mila evitando il conseguente aggravio di spesa. Analoga critica sindacale all’emendamento Madia che abolisce il tetto a 68 anni per professori universitari e medici, consentendo un altro risparmio di spesa. Anche da qui Renzi può far partire la sua revisione della spesa pubblica, se davvero compiere “scelte politiche” non deve diventare sinonimo di impantanamento. Non si tratta di fare sforbiciate asettiche: vale il principio per cui la “stato-assistenza” deve riguardare solo le vere priorità sociali. Questa correzione di rotta sulle pensioni costituisce dunque la premessa anche per l’applicazione del principio di efficienza nelle imprese, dando piena applicazione ai contratti di lavoro alla Marchionne. Ci sono due altre aree su cui lavorare assieme da subito: il sistema tributario e quello giudiziario. Qui il tema è l’eliminazione delle perversioni del giustizialismo. Si può fare.