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L'esercito si ritira da Gaza, attacchi isolati dentro Gerusalemme

Rolla Scolari

Nel giorno in cui i raid israeliani sono diminuiti, i soldati di Tsahal hanno lasciato parti della Striscia e meno razzi sono caduti sul sud d’Israele, le violenze sono arrivate nella capitale.

Milano. Nel giorno in cui i raid israeliani su Gaza sono diminuiti, i soldati di Tsahal hanno lasciato parti della Striscia e meno razzi sono caduti sul sud d’Israele, le violenze sono arrivate a Gerusalemme. Una ruspa ha investito un passante, uccidendolo, prima di colpire un pullman senza passeggeri e capovolgerlo. Alla guida del trattore c’era un giovane arabo, abitante di Gerusalemme est, ucciso dai colpi di arma da fuoco della polizia, che ha subito parlato di un attentato terroristico. Nel 2008, in un simile attacco nella centrale via Jaffa di Gerusalemme, una ruspa lanciata nel traffico, uccise tre persone. In un secondo attentato un motociclista in corsa ha sparato contro un gruppo di soldati che facevano autostop nella zona del campus universitario di Gerusalemme, il monte Scopus, e un militare è rimasto ferito. Il capo della polizia locale, Yossi Parienti, ha ammesso che i suoi agenti si aspettavano da giorni tentativi di attacco. Nonostante per le autorità si tratti dell’azione di un “lupo solitario”, a Gaza i portavoce di Hamas hanno subito cercato di mettere la loro firma all’attentato, lodando “il patriota” alla guida della ruspa.

 

Dopo tre settimane di guerra a Gaza, 1.800 morti nella Striscia e 64 soldati israeliani uccisi, senza la traccia di una mediazione credibile in corso o di un cessate il fuoco vicino, i fatti di Gerusalemme raccontano una tensione difficilmente contenibile nell’intera regione. Per mettere fine alle violenze e scongiurare un contagio, la diplomazia internazionale tenta ormai da giorni e senza successo di mediare un cessate il fuoco. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu in seguito all’ultima rottura di una tregua da parte di Hamas ha dichiarato di non essere più interessato a trattative ma di voler portare avanti l’operazione militare fino al raggiungimento degli obiettivi strategici israeliani: la distruzione delle gallerie sotterranee usate dai gruppi armati palestinesi per infiltrarsi in Israele.

 

In seguito a un raid aereo che domenica ha ucciso sette persone in una scuola dell’Onu oltre ai miliziani del Jihad islamico che erano il target dell’aviazione, il governo di Gerusalemme ha dichiarato un cessate il fuoco umanitario di sette ore, anche se non in tutte le zone del piccolo territorio costiero. Un attacco israeliano – avvenuto prima della tregua secondo Israele, dopo secondo fonti mediche palestinesi – ha ucciso una bambina di otto anni. Un portavoce del dipartimento di stato americano ha detto alla Cnn che benché Israele abbia il diritto di difendersi, deve fare di più per proteggere i civili.

 

Ci sono segnali di un rallentamento delle ostilità: i soldati israeliani si ritirano da alcune zone della Striscia, il numero dei razzi lanciati dai gruppi armati di Gaza è diminuito, al Cairo le fazioni palestinesi hanno consegnato all’intelligence egiziana le condizioni per una tregua: cessate il fuoco, ritiro dell’esercito, fine del blocco israeliano in vigore a Gaza dal 2007, quando Hamas conquistò militarmente il territorio. Israele, però, sembra orientato a un cessate il fuoco unilaterale che non obblighi il governo a concessioni, soprattutto sapendo di aver inflitto un colpo pesante a Hamas: “Non hanno più molti razzi – spiega al Foglio Ephraim Kam, esperto dell’Institute for National and Strategic Studies di Tel Aviv – la maggior parte dei tunnel è stata distrutta, il prezzo della loro ricostruzione è altissimo e in futuro Israele perfezionerà lo scudo antimissilistico Iron Dome e svilupperà tecnologie capaci di individuare le gallerie sotterranee in costruzione”.

 

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