Combattenti della brigata di Misurata lanciano razzi contro quella rivale di Tripoli per il controllo dell'aeroporto (Foto Ap)

Riprendono gli scontri a Tripoli tra esercito e islamisti: 200 morti

Redazione

Si combatte per il controllo dell'aeroporto internazionale della capitale mentre anche a Bengasi Ansar al Sharia riprende l'offensiva.

A tre anni dalla caduta di Muammar Gheddafi la Libia continua a essere terreno di battaglia tra l'esercito di Tripoli e le milizie degli islamisti, spesso coadiuvate da gruppi tribali che rivendicano la loro matrice anti gheddafiana. Mentre il Paese è diviso tra fazioni contrapposte, le cancellerie occidentali sono costrette ad abbandonare la Libia per motivi di sicurezza. Dopo gli Stati Uniti, timorosi di rivivere un nuovo 11 settembre 2012 - quando l'ambasciatore Chris Stevens fu ucciso dalle brigate islamiste di Ansar al Sharia - è stata la volta dei francesi. L'ambasciata di Parigi è stata spostata a Malta per tutelare il personale diplomatico e, sebbene la scelta fosse inevitabile data l'intensità degli scontri a Tripoli nelle ultime settimane, le possibilità per l'occidente di incidere ancora sulla realtà libica si riducono. "Qualunque intesa tra le parti deve giungere dai libici", ha riferito una fonte vicina al dipartimento di Stato americano al Washington Post. Eppure, i timori degli americani si vanno moltiplicando. Frange dei combattenti islamisti del Nord Africa, soprattutto appartenenti ad al Qaeda nel Maghreb (Aqim) sarebbero sempre più sensibili, secondo Washington, alla chiamata alle armi dello Stato islamico del Califfo al Baghdadi. Ciò porterebbe a un ulteriore radicamento del conflitto che potrebbe sfociare nel prendere di mira anche i diplomatici occidentali.

 

L'escalation degli scontri a Tripoli si sta concentrando nei pressi dell'aeroporto internazionale della capitale per il cui controllo si confrontano da due settimane l'esercito nazionale e gli islamisti sostenuti dalle brigate locali. Il bilancio dei morti è salito a 200 e la tregua, concordata per porre fine al grave incendio occorso a un serbatoio di gasolio scatenato dai colpi di artiglieria, è già finita. L'esercito è sempre più in difficoltà anche a Bengasi, dove ha perso il controllo di una base militare mentre gli islamisti guadagnano terreno. 

 

Dopo le elezioni parlamentari dello scorso 25 giugno, i partiti collegati ai gruppi islamici come Ansar al Sharia hanno riportato una sconfitta che ha contribuito al caos del Paese. Il confronto per il controllo dell'aeroporto di Tripoli è finalizzato ad alterare gli equilibri sul terreno e a garantire agli islamisti di non perdere posizioni rilevanti a livello governativo. Nel momento in cui si sono resi conto di non poter più incidere sull'elezione del nuovo primo ministro, hanno deciso per un'offensiva militare. Il risultato è una faida interna su cui Stati Uniti ed Europa, per tre anni, sono stati incapaci di incidere. 

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