Renato Brunetta (foto LaPresse)

La raccomandata

Redazione

Brunetta profetizza l’arrivo di un’altra lettera di Draghi. Forse, però.

Renato Brunetta afferma di sapere da “fonti assolutamente attendibili” che “nei prossimi giorni” arriverà una lettera della Banca centrale europea in stile agosto 2011, che dovrebbe chiedere all’Italia di rispettare gli impegni di bilancio e di fare le riforme economiche. Sulle profezie, difficile valutare. Ma secxondo il Wall Street Journal la rete della Bce ha dei buchi, perché solo gli stati dell’euro che hanno subìto assistenza – Grecia, Irlanda e Spagna – hanno attuato importanti riforme. Con punteggio di 100 per chi ha fatto tutti i compiti, l’Ocse ha elaborato una pagella da cui si vede che la Grecia ne ha attuate l’84 per cento, l’Irlanda il 72 e la Spagna il 64.

 

La media euro è solo del 44 per cento perché Italia, Francia e Germania ne hanno attuate rispettivamente solo il 42, il 34 e il 20. E la Germania, criticano l’Economist e Bloomberg Businessweek, è un’egemone riluttante al comando che per di più oramai si crogiola nell’inerzia riformatrice, adagiata su quanto fatto dal cancelliere socialista Gerhard Schröder, predecessore di Merkel. Stanti così le cose, e al netto dei miasmi complottisti del passato, potremmo dire: magari la lettera arrivasse. Sarebbe uno stimolo al governo per aggredire le riforme economiche, in primis il mercato del lavoro, finora sacrificate in luogo di quelle politiche. Una sberla d’altronde ce la meriteremmo pure: la Bce ci ha già aiutati tenendo bassi i rendimenti dei nostri titoli di stato. Solo con un mercato del lavoro in grado di recepire gli stimoli monetari (gli spagnoli sono avvantaggiati) godremo delle misure che Draghi ha promesso per l’autunno e che il suo vice Vítor Constâncio ha confermato, avvertendo che saranno dosate con prudenza. 

Di più su questi argomenti: