Vladimir Putin (foto Ap)

I fantasmi della Russia

Redazione

Il volo abbattuto e le sanzioni, ora una sentenza da 50 miliardi di dollari.

Vladimir Putin, lo racconta questa settimana Ben Judah su Newsweek, programma tutto quello che avviene intorno a lui “con mesi, se non con anni in anticipo”, la sua vita è monotona e perfettamente calcolata come ci si aspetta da una ex spia e da uno statista efficiente e brutale. Per questo è difficile che il Cremlino “sia entrato in panico”, come dicono alcuni media americani, alla notizia della caduta del volo Mh17 della Malaysian Airlines sui territori dell’oriente ucraino dominati dai separatisti filorussi, ma certo nelle ultime settimane su Mosca si sono addensate molte minacce che devono aver spezzato la routine del presidente russo. Il volo Mh17, che ha attirato su Putin la condanna internazionale pur in assenza di una prova decisiva, e che potrebbe aver segnato le sorti della guerra in Ucraina proprio mentre l’occidente stava rivolgendo la sua attenzione altrove e sembrava pronto a mollare la presa.

 

Poi le sanzioni, la “fase 3” della guerra economica americana ed europea che questa volta, dopo il clamore del disastro aereo, anche Bruxelles potrebbe applicare. Ieri, infine, una sentenza della Corte arbitrale permanente dell’Aia ha condannato la Russia a pagare 50 miliardi di dollari (il 2,5 per cento del pil) per risarcire gli azionisti di Yukos, il gigante del petrolio dell’odiato Kodorkovsky, oligarca e rivale imprigionato per quasi dieci anni e poi liberato a dicembre. Il fallimento di Yukos, dice il tribunale, è stato un’operazione pilotata nell’ambito di un processo politico, chi ne ha subìto i danni deve essere risarcito. Mosca non riconosce il tribunale e ricorrerà in appello, ma ieri un altro fantasma si è aggiunto alla collezione di Putin.