Gaza, il quartiere di Shujaiyya dopo i bombardamenti israeliani (foto AP)

La guerra con gli scudi umani

Giulio Meotti

Durante l’operazione “Piombo fuso” del 2009, i terroristi di Hamas usarono dieci ospedali di Gaza. Ci nascosero missili, armi, uomini. Adesso i capi del terrore, i politici come Ismail Haniyeh e i militari come Mohammed Deif, si nasconderebbero in un bunker sotto l’ospedale al Shifa, il più grande a Gaza.

Durante l’operazione “Piombo fuso” del 2009, i terroristi di Hamas usarono dieci ospedali di Gaza. Ci nascosero missili, armi, uomini. Adesso i capi del terrore, i politici come Ismail Haniyeh e i militari come Mohammed Deif, si nasconderebbero in un bunker sotto l’ospedale al Shifa, il più grande a Gaza. Venne costruito da Israele quando controllava la regione dal 1967 al 2005 e ci si nascosero già i guerrasantieri di Ahmed Jabari, il potente capo militare di Hamas eliminato due anni fa. Gli islamisti stanno dispiegando tutto il loro arsenale umanitario contro Israele. Lo testimoniano i tanti audio e video dei piloti israeliani che abortiscono una missione per la presenza di civili (“civilians spotted”). Frequente anche l’uso delle ambulanze della Croce Rossa per gli spostamenti. Il quartiere di Shujaiya, teatro del maggior numero di vittime palestinesi dall’inizio della guerra, è “una fortezza di Hamas”, come l’ha definita Gerusalemme. Da lì, i terroristi hanno lanciato 140 missili contro il territorio d’Israele.

 

Hamas lancia razzi iraniani di tipo Grad dalla moschea di Abu Ayn, missili M75 dall’ospedale al Wafa e razzi Qassam dal cimitero di al Tufah. La filosofia dietro l’uso di donne, bambini e siti civili l’ha ben spiegata l’ex ministro Fathi Hammad, a cui gli israeliani hanno appena bombardato la casa: “Dicono al nemico sionista: ‘Noi desideriamo la morte così come tu desideri la vita’”. “Codardi”, risponde ad Hamas il ministro israeliano Naftali Bennett. La tattica risale ai tempi dell’uscita di Israele da Gaza. Il 20 novembre del 2006, l’esercito israeliano ordinò l’evacuazione della casa del capo terrorista Waal Rajeb al Shaqra. Hamas rispose convocando bambini e donne presso l’edificio.

 

All’ospedale al Shifa in questi giorni sono arrivati due medici norvegesi, Erik Fosse e Mads Gilbert. Sono il volto della guerra “umanitaria” di Hamas. I due sono intervistati dai giornali, diffondono i mattinali dei bombardamenti, accusano gli ebrei di crimini di guerra e di sperimentare bombe letali sulla popolazione civile palestinese. E scrivono libri. Quello di Fosse, “Eyes in Gaza”, definisce gli israeliani come “mostri senza pietà che uccidono donne e bambini”. Gilbert giustifica così il terrorismo. Dopo gli attacchi dell’11 settembre disse al giornale Dagbladet che: “Gli oppressi hanno il diritto morale di attaccare con qualsiasi arma”. Missili sono lanciati da Hamas dall’ospedale Basman al Ashi. Hamas usa anche le scuole dell’Onu. Nei giorni scorsi in una scuola della Unrwa, l’agenzia per i rifugiati palestinesi, sono stati scoperti molti missili. Cosa hanno fatto i funzionari del Palazzo di vetro? Hanno riconsegnato i missili ai terroristi. “I razzi sono stati consegnati alle autorità di polizia di Gaza, ovvero Hamas”, ha detto un alto funzionario israeliano. “Ovvero l’Onu ha dato a Hamas missili che possono essere lanciati contro Israele”.

 

La versione ufficiale dell’Onu è “local authorities”. L’ambasciatore israeliano all’Onu, Ron Prosor, ha detto che “è soltanto la punta dell’iceberg, Hamas usa le strutture Onu per compiere doppi crimini di guerra”. Hamas non si ferma all’uso di ospedali e scuole. Muove guerra a Israele anche dalle moschee, i luoghi sacri dell’islam. Quella di al Tafweek è stata distrutta da Israele nei giorni scorsi, perché usata come rampa di lancio. Cinque anni fa, missili furono trovati dentro al pulpito di legno della moschea di al Atatra. Gli uomini di Hamas citano un hadith di Maometto per giustificare l’uso delle moschee. Intanto, dal ministero dell’Interno di Hamas arriva una direttiva a tutti gli ospedali di elencare come “civili innocenti” tutte le vittime. Anche se sono terroristi.

 

Recita uno spot di Hamas: “Le bombe sono più preziose dei bambini”. Tradotto: siate potenziali shahid, martiri, non abbandonate le case nonostante gli avvertimenti israeliani, proteggete coi vostri corpi quelli dei mujaheddin. La guerra santa vale più della vostra vita.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.