Ruby (LaPresse)

Viva Ruby e tutte le bad girls!

Anselma Dell'Olio

Finalmente! Con le piene assoluzioni del processo Ruby il 18 luglio, 2014, abbiamo una buona data per festeggiare le donne. Non la tragica, orrenda rimembranza dell’otto marzo 1911 in cui morirono 123 operaie in un rogo in fabbrica, che serve solo a stracciarsi le vesti.

Finalmente! Con le piene assoluzioni del processo Ruby il 18 luglio, 2014, abbiamo una buona data per festeggiare le donne. Non la tragica, orrenda rimembranza dell’otto marzo 1911 in cui morirono 123 operaie in un rogo in fabbrica, che serve solo a stracciarsi le vesti. Alla festa del 18 luglio, Ilda Boccassini è invitata, ma dovrà stare con la faccia rivolta alla parete, con due orecchie giganti di somaro in capo. S’era capito bene la debolezza dell’accusa dalle sei ore di requisitoria che la Rossa impiegava per tacciare Ruby l’immigrata di “furbizia orientale”, nel laborioso tentativo di impiccare Berlusconi a un cappio di parole anziché in punto di diritto. Una serie di illazioni e quisquilie antigiuridiche da far scoppiare dalle risate, se la libertà di un uomo troppo sincero per il proprio bene, e la libertà e la reputazione di donne come Nicole Minetti e altre non fossero state in gioco. Ma la donna che voglio festeggiare più di tutte e al pari di Berlusconi, martire del circolo mediatico-giudiziario, è Karima El Mahroug alias Ruby. E’ il simbolo di tutte le ragazze che si ribellano a regole imposte, e cercano a tentoni di rendersi autonome. E’ impossibile dimenticarla mentre manifestava davanti al tribunale di Milano, rivendicando il suo diritto a essere interrogata dai giudici. Rimase inascoltata, senza potersi difendere in tribunale dagli insulti che la infangavano come baby battona furba, una “vittima” colpevole; insulti sputati anche dalle truppe cammellate snob di senonoraquando, femmine confuse, false femministe, giulive nel fare lo sporco lavoro dei loro mandanti politici.

 

Era più facile che rivoltarsi contro i maschi di sinistra, ricchi di ipocrisia e parchi di posti decisionali per le donne della loro parte. Festeggio quel manipolo di eroi garantisti e autentici femministi accorsi in Piazza Farnese per la manifestazione “Siamo Tutti Puttane”, per dimostrare tutto il nostro scherno per i moralisti minchioni che marchiavano come meretrici ragazze che nei loro dinner dresses si recavano a cene con Uomini Importanti, e se se li sono anche scopati sono letteralmente cazzi loro, e non per questo si meritano di essere insolentite come “escort”. E’ una strada, quella di frequentare maschi vip, da sempre nell’arsenale di chi – anche a sinistra – cerca con le armi a disposizione di aggirare gli ostacoli posti sul cammino di donne con o senza virtù intellettuali e protezioni alte. Evviva Ruby Rubacuori, evviva Berlusconi, evviva tutte le bad girls che si ribellano al tentativo di domarle con l’arma secolare dei maschi e le loro kapò: “Tu non sei una signora”.

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