Vincenzo Nibali vince a Chamrousse (foto LaPresse)

Le Alpi del Tour de France sorridono a Nibali

Giovanni Battistuzzi

Immenso lo Squalo che stacca tutti e cince per la terza volta in questa edizione. Zittisce gli scettici e fa capire che con o senza Contador e Froome questa è la sua corsa.

E' stata una prova di forza. E' stato un dominio assoluto, un'ascensione. Vincenzo Nibali si è preso Chamrousse, località alpina del dipartimento dell'Isère, e la prima tappa alpina del Tour. Non ha solo vinto e firmato la sua superiorità sugli altri, ha soprattutto fatto capire a tutti, scettici in primis, che le defezioni di Contador e Froome tolgono poco o niente a questa corsa, la sua corsa, almeno per ora. Lo Squalo ha divorato la tappa, prima l'ha controllata con la classe del campione, poi ne ha decretato la conclusione. Il suo assolo è stato perfetto e generoso, ha corso da dominatore e non da despota, ha risposto con facilità imbarazzante all'allungo di Valverde, prima l'ha lasciato sfogare, ha osservato chi ne aveva e chi no, chi l'avrebbe potuto aiutare e chi invece era già alla frutta, poi ha accelerato, chiuso il buco, infine piazzato il colpo ammazza rivali. E' salito del suo passo, un ritmo insostenibile per tutti, ma umano, ha ripreso Majka e Konig, scattati a metà dell'ultima ascesa, ha provato ad attenderli, per andare via assieme, per non cannibalizzare la corsa. Poi ai meno 3, constatata la difficoltà dei due, è partito, amministrando energie e vantaggio. Ha vinto. Senza strafare, con la facilità dei campioni, con la testa matura di chi sa che il Tour è lungo tre settimane e bisogna anche, e forse soprattutto, pensare al domani, sia questo prossimo o più remoto.

 

Oggi, 18 luglio, la Francia riscopre ancora una volta Nibali in un giorno per niente banale, quello del centenario della nascita di Gino Bartali, quello del 19° anniversario della morte di Fabio Casartelli. Oggi, 18 luglio, la Francia abbraccia Nibali, gli tributa un applauso convinto e amorevole, ma scopre anche la solidità di Thibaut Pinot, giovane e scattante, quinto al traguardo dopo un lungo inseguire con Valverde.

 

Oggi, 18 luglio, il Tour invece saluta i desideri di podio di Richie Porte, tasmaniano d'assalto, capitano per sbaglio della Sky, uno che va forte, di solito, ma forse più a parole che in bicicletta. Nei giorni scorsi aveva sfidato il siciliano, aveva indicato le Alpi come teatro della loro prima battaglia, prima però di sciogliersi sotto il sole caldissimo di Francia. I 9 minuti lasciati sulla strada lo escludono dal podio, forse dai primi dieci.

 

Tutti a inseguire Nibali quindi. Domani si sale ancora, ci saranno Lautaret e Izoard, ci sarà una nuova occasione per attaccare. Domani si arriva a Risoul, prima volta al Tour. Domani sia quel che sia, oggi è il giorno di Nibali, della sua maglia gialla sempre più scintillante.

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