Maurizio Bianconi

Gli urlatori

Il tesoriere del Cav. dice che Renzi è un cazzaro che la metà basta

Salvatore Merlo

"Gli unici che vanno d’accordo alla fine sono Silvio e Matteo. E la cosa è preoccupante”. Deputato di Forza Italia, tesoriere del Pdl in liquidazione – “non c’è più una lira” – Maurizio Bianconi è l’Ugo Sposetti del berlusconismo

Dice: “La Pascale contro la Santanchè, Galliani contro Barbara Berlusconi, Verdini contro Fitto. Gli unici che vanno d’accordo alla fine sono Silvio e Matteo. E la cosa è preoccupante”. Deputato di Forza Italia, tesoriere del Pdl in liquidazione – “non c’è più una lira” – Maurizio Bianconi è l’Ugo Sposetti del berlusconismo. Avvocato, ex missino, è l’uomo dei conti nel partito che fu. E poiché è anche toscano di Arezzo, dunque un po’ verace, e pure spiritoso, dice che “anni fa al Cavaliere serviva un delinquente che facesse da tesoriere. E ovviamente pensarono subito a me. Quello del tesoriere è un lavoro per figli di buona donna: stiamo sempre a chiedere soldi agli altri, ma non paghiamo mai nessuno”.

 

[**Video_box_2**]Ogni tanto esagera. E quando pensa di averla sparata un po’ forte, grossa, allora abbassa la voce d’un tono, non si rimangia una virgola, ma avverte, come a scusarsi: “Guardi dottore, io ho tanti difetti, ma dico quello che penso e penso quello che dico”. Allora gli chiedo se è vero che Verdini ha portato Renzi dal suo sarto, e insomma chiedo a Bianconi se il patto del Nazareno passa anche dalle asole di una giacca, come accadeva un tempo con le crostate della signora Gianni Letta. E lui: “Sono amico di Denis, e conosco Renzi da diversi anni. Alcune cose posso dirle”. La prego. “L’altro giorno l’ho ascoltato al Tg1”. Chi? “Renzi”. E dunque? “Che è cazzaro si capisce subito, che è truffatore un po’ dopo, che è pericoloso ancora dopo. Renzi è un instant book. A Denis l’ho anche detto: ‘Con la riforma del Senato che gli stai facendo fare quello comanderà per i prossimi vent’anni’. Un potere dittatoriale”. Addirittura. E Verdini? “Non so se ha portato davvero Renzi dal sarto. Ma a me una volta ha promesso delle camicie che non ho mai più visto. Verdini concepisce la politica come potere. Lui pensa che questo asse con Renzi, con il governo, possa servire”. Lo pensa anche Berlusconi. “Purtroppo sì. Renzi a Berlusconi gli sta simpatico. Il ragazzino lo diverte. Guardi che Renzi è un figlio di puttana mica da poco, quello se lo intorta il Cavaliere. Io stesso ci andrei tutte le sere a cena con Renzi. Quello, a Berlusconi, gli racconta delle novelle, delle favole, gli fa vedere certi film…”. Film tipo la grazia? La pacificazione? “Se Berlusconi ci crede sarà la duecentesima fregatura che si fa rifilare. Com’è già successo con Napolitano. Renzi è così avvolgente, che per dire, adesso, secondo me ha pure cominciato a parlargli bene dei figli: ‘Quant’è bravo Pier Silvio, com’è in gamba Barbara… per non dire di Marina’”.

 

Sono le 14 e 20. Tra dieci minuti comincia la grande assemblea dei parlamentari di Forza Italia con Berlusconi. Si decide sulle riforme e sul patto con Renzi. Lei non va? Se sta a telefono con me farà tardi. “No, no. Non ho furia di sentire icché dice. Tanto lo so”. E che succederà? “Niente”. Come niente? “Berlusconi ci chiederà di sostenere le riforme, farà una mozione degli affetti, farà capire che così è meglio per lui. Noi gli diremo di sì perché è il nostro capo e gli vogliamo bene. Ma la sostanza dell’agitazione rimarrà lì. Immobile. Ci sono quattro letture per la riforma del Senato. Hai voglia. Ne vedremo ancora delle belle”. Non era mai successo che i cavalli del Cavaliere sfuggissero alle briglie. “Successe quando si doveva fare il governo Monti”. Ma poi tutti obbedirono. “Guardi che a noi parlamentari ci dicono che siamo ladri, infami, pusillanimi, parassiti della società. Poi ci spingono anche a fare delle cose ‘controstomaco’. E può succedere che uno vada in ‘riserva’. Ci si incazza”. Dentro Forza Italia litigate perché c’è un disordinato tentativo di raccogliere l’eredità di Berlusconi, una corsa verso il timone della nave. “Spero che nessuno sia così imbecille. Anche se incandidabile, Berlusconi è il capo”. Fitto cerca nuovi orizzonti. “Fitto è un Oriali della politica. Non è Maradona. E lo sa, perché è intelligente”. Francesca Pascale è smaniosa, litiga con la Santanchè. “Simpatia e antipatia sono diventate categorie della politica”. Verdini fa baruffa con Toti. “Prima. Ma era ovvio: prima Denis comandava ogni cosa, poi Toti è arrivato all’improvviso e ha occupato il suo spazio. Ma adesso hanno trovato un equilibrio. Semmai Denis litiga con Fitto da quando ha escogitato il patto con Renzi. Viviamo uno psicodramma. Succede quando un partito imperiale come il nostro comincia a non volere, o a non poter esserlo più”.

  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.