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Israele riprende i raid contro Gaza dopo la tregua rifiutata da Hamas

Redazione

Abu Mazen ha lanciato un appello "a tutte le parti" in modo da favorire la mediazione del Cairo per risparmiare ulteriori vittime

Nessun cessate il fuoco, nessuna tregua.  Le Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, in mattinata hanno continuato con il lancio di razzi, cinquanta, verso Israele, ignorando così la mediazione egiziana che chiedeva l'interruzione del conflitto, nonostante l'accettazione di questa da parte del gabinetto di sicurezza nazionale israeliano. La risposta d'Israele all'intransigenza del gruppo terrorista non si è fatta attendere e già nel primo pomeriggio il premier Benyamin Netanyahu ha ordinato alle forze armate di "agire energicamente contro obiettivi terroristici a Gaza", come riportano sia il Times of Israel e Haaretz. Sono ripresi quindi i raid aerei contro "obbiettivi militari" nella striscia di Gaza, come confermato anche dal tenente colonnello Peter Lerner, al New York Times: "Abbiamo ripreso i bombardamenti, ma non posso scendere nei particolari".

 

Da Vienna, il segretario di Stato americano, John Kerry, ha condannato "con la massima fermezza" il perdurante lancio di razzi da Gaza, nonostante Israele abbia accettato un cessate il fuoco mediato dall'Egitto. "Ci sono grandi rischi persino di un'escalation delle violenze", ha sottolineato il capo della diplomazia americana, denunciando "le azioni di Hamas che spara missili contro gli sforzi e la buona volontà di raggiungere un cessate il fuoco sul quale lavorano insieme Egitto e Israele".

 

Anche il presidente dell'Anp, Abu Mazen, ha provato a fare pressione sulle frange estremiste di Hamas, chiedendo di riconsiderare la proposta egiziana per riportare la calma fra Israele e la Striscia di Gaza. Il leader palestinese, secondo quanto riferito dall'agenzia Wafa, ha lanciato un appello "a tutte le parti" in modo da favorire la mediazione del Cairo per risparmiare ulteriori vittime al popolo palestinese, che sono arrivate a 194 morti e più di 1.400 feriti, e "nel supremo interesse nazionale" della Palestina. Abu Mazen domani sarà al Cairo per incontrare il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi. Al momento la richiesta del presidente dell'Anp è caduta nel vuoto come quelle del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon che aveva auspicato ieri "misure immediate per porre fine ai combattimenti", e quello di Hollande che aveva invece sottolineato come Israele abbia certamente "il diritto alla sua sicurezza. Può difendersi se è attaccato. Ma allo stesso tempo deve mostrare moderazione". Le Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, avevano  pubblicato una nota sul loro sito web, sostenendo di non aver ricevuto il testo dell'accordo e precisando tuttavia che "stando agli stralci pubblicati dai media, accettarlo sarebbe un 'atto di sottomissione'". "La nostra battaglia contro il nemico si intensificherà".

 

Intanto Hamas ha chiuso il valico di Erez, che collega la Striscia di Gaza a Israele, bloccando tra gli altri una ventina di palestinesi che stavano per entrare nello Stato per un ricovero in ospedale. "Il confine e' stato chiuso a causa dei bombardamenti israeliani", ha detto un funzionario del movimento, mentre un secondo ha sottolineato la necessita' di "garanzie internazionali che il passaggio non venga bombardato" da Israele.