David Luiz esce in lacrime dal campo accompagnato da Thiago Silva (foto LaPresse)

Un buon motivo per piangere

Piero Vietti

Parlare di umiliazione per definire il devastante 7-1 della Germania nella semifinale del Mondiale giocato in casa dai verdeoro sarebbe riduttivo, oltre che ingiusto. Il Brasile è stato cancellato, annichilito, polverizzato.

Finalmente i brasiliani hanno un buon motivo per piangere. Dopo essersi commossi per l'inno nazionale, le vittorie e i rigori, ecco una sconfitta che farà scendere tristi lacrime per molto tempo. Parlare di umiliazione per definire il devastante 7-1 della Germania nella semifinale del Mondiale giocato in casa dai verdeoro sarebbe riduttivo, oltre che ingiusto. Il Brasile è stato cancellato, annichilito, polverizzato. 5-0 in 29 minuti, poi gestione della partita, controllo delle poche sfuriate brasiliane all’inizio del secondo tempo, altri due gol e persino il gusto di potersi permettere un’espressione di disappunto al gol della bandiera di Oscar. Brasiliani nel pallone e confusi, tedeschi sempre impeccabili. La peggiore sconfitta mai subita dal Brasile a un Mondiale, la vittoria più larga in una semifinale di Coppa del Mondo, e qualche altro record battuto: il tedesco Klose è il giocatore ad avere segnato più gol nella storia di questo  torneo, 16 reti contro le 15 del brasiliano Ronaldo, e dopo questa partita la Germania è la Nazionale ad avere realizzato più reti in assoluto ai Mondiali, 223. Superato, manco a dirlo, il Brasile, fermo a 221.

 

Olandesi e Argentini, che scenderanno in campo domani, devono essere rimasti spaventati davanti alla tv dalla forza brutale e perfetta dell’11 di Löw. L’impressione è che il Brasile si sia sciolto subìto il gol dell’1-0 di Müller. Löw è riuscito a svelare il bluff di Scolari: una squadra che fino a questa partita non aveva mai impressionato, era andata avanti con un po’ di fortuna e grazie al fatto di giocare in casa. I tifosi verdeoro, che hanno cominciato a versare le loro lacrime già sul 2-0, hanno finito la partita applaudendo i tedeschi e fischiando i propri giocatori. Proveranno ad attaccarsi alle assenze di Neymar e Thiago Silva, ma se c’è un colpevole su tutti, quello è proprio il commissario tecnico Felipe Scolari, che non è riuscito a mettere in campo un 11 in grado di impensierire la Germania.

 

Dopo 64 anni i brasiliani ancora ricordano con orrore il Maracanazo, la sconfitta in finale contro l'Uruguay giocata in casa. E' altamente probabile che questa partita resti nei loro incubi altrettanto a lungo.

 

Se ne vanno un po’ di poesia, tanto folklore e molta fuffa. Restano le certezze granitiche di una squadra, quella tedesca, che per la finale dovrebbe temere soltanto una cosa: la troppa esaltazione per la vittoria storica di oggi. Conoscendoli, potrebbero farcela.

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  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.