Pier Carlo Padoan (Foto La Presse)

Di crescita si parla, ora bisognerà farla

Redazione

Padoan tra urrà e ammissioni. L’euroflessibilità c’è, ma con meno spesa.

Le riforme strutturali devono essere realizzate, non solo promesse”, ha avvertito ieri il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, fissando strette condizioni per l’interpretazione del Patto di stabilità e crescita, prima ancora che i ministri delle Finanze inizino oggi a discutere di come sostanziare la promessa di flessibilità, strappata dall’Italia all’ultimo Vertice europeo. “Per conquistare più tempo” sugli obiettivi di finanza pubblica, “non basta parlare di riforme, occorre farle”, ha avvertito Dijsselbloem. La valutazione sull’effettività delle riforme e i loro effetti di medio termine sui conti sarà affidata alla Commissione, che prima di autorizzare un po’ di flessibilità dovrà tenere conto della “situazione di ciascun paese e di quanto è la deviazione dall’obiettivo di deficit”, ha precisato Dijsselbloem. Oggi, come presidente di turno dell’Ecofin, Pier Carlo Padoan continuerà la sua offensiva. C’è “accordo sulle priorità” del semestre, “finalmente è cominciato un dibattito su come sostenere la crescita”, ha detto il ministro, ma rimane “divergenza sulle misure necessarie”.

 

Forte di un peso politico inedito in Europa, il governo Renzi spera di arrivare a un accordo entro ottobre – quando dovrà inviare alla Commissione la legge di stabilità – per evitare una manovra correttiva che rischierebbe di ammazzare la ripresa. Ma se l’apertura sulla flessibilità c’è, i paletti politici e numerici rimangono. Cambiare la legge elettorale o modificare la composizione del Senato non basterà per rivendicare un po’ di respiro. Dovrà esserci un’accelerazione sulle riforme del mercato del lavoro, del fisco e della Pubblica amministrazione. D’altronde lo stesso Padoan ieri ha ammesso: “Le riforme strutturali vanno votate, tradotte in legge e attuate: alla luce degli sforzi di attuazione delle riforme discuteremo come tutti insieme possiamo tenere conto dell’impatto che hanno sulla sostenibilità di bilancio”. Poi ha aggiunto: “Il carico fiscale in Italia rimane ancora molto elevato. Bisogna continuare a farlo cadere compatibilmente con gli spazi fiscali a disposizione”. Ieri, per la prima volta, l’Eurogruppo ha avuto una discussione tematica sul cuneo fiscale (cui è difficile assimilare lo sgravio di 80 euro sui redditi più bassi, non ancora strutturale). E’ da questo che Bruxelles suggerisce di partire per produrre risultati nei prossimi 100 giorni.