Il presidente della Bce Mario Draghi (Foto Ap)

La Bce lascia invariati i tassi. Draghi: "Ripresa moderata"

Redazione

Restano al minimo storico dello 0,15 per cento. Dal 2015 verbali delle riunioni del direttivo online. E sulle banche il presidente dell'Eurotower non esclude una riorganizzazione del settore.

La Bce ha lasciato, come previsto, invariato il 'refi', il tasso di rifinanziamento pronti controtermine, al minimo storico dello 0,15%. Fermo anche il tasso sui depositi, per la prima vota portato a giugno in negativo al -0,1 per cento. Invariato il tasso marginale allo 0,4 per cento.  Il direttivo odierno dell'Eurotower si è tenuto a Bruxelles. La Bce "manterrà gli attuali bassi livelli dei tassi per un periodo prolungato", ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi, al termine del Consiglio direttivo. "I rischi alla crescita economica dell'Eurozona restano orientati al ribasso" ha ammesso commentanti la decisione sui tassi. In particolare, nota Draghi, "i rischi geopolitici, così come agli sviluppi nelle economie emergenti e i mercati finanziari globali possono avere effetti potenzialmente negativi sulle condizioni economiche, inclusi effetti sui prezzi dell'energia e sulla domanda globale dei prodotti dell'area euro".

 

La Bce, comunque, resta "determinata nell'ancorare fermamente le aspettative di inflazione di medio e lungo termine agli obiettivi", ha dichiarato in conferenza stampa Draghi, il quale ha ribadito che, secondo i dati in possesso di Francoforte, il tasso di inflazione dovrebbe tornare a crescere gradualmente verso il target del 2 per cento a partire dall'anno prossimo.

 

L'economia dell'Eurozona continua a essere caratterizzata da "una ripresa moderata" nel secondo trimestre, "bassi tassi di inflazione" e una "limitata espansione monetaria e creditizia", ha aggiunto il presidente dell'Eurotower, sottolineando tuttavia che il consiglio direttivo della Bce è "unanime" nel considerare il ricorso a strumenti di politica monetaria non convenzionali, nell'ambito del proprio mandato, "se sarà necessario ad affrontare un prolungato periodo di bassa inflazione". Nel tentativo di rendere sempre più trasparente il processo decisionale di Francoforte, la Bce ha anche comunicato che inizierà a pubblicare i verbali delle riunioni dei direttivi di politica monetaria, sul modello delle minute della Federal Reserve, a partire dal gennaio 2015.

 

"Non si può escludere" che in futuro "ci sia bisogno di un importante sforzo di riorganizzazione del settore bancario attraverso fusioni, acquisizioni e chiusure" di istituti di credito, ha continuato Draghi, rispondendo alle domande della stampa su un recente rapporto, secondo il quale il Vecchio Continente sarebbe appesantito da un numero eccessivo di banche. "Il rapporto", ha sottolineato Draghi, pone una questione importante che si dovrà analizzare in profondità" anche se la Bce non forse è l'autorità più giusta per imporre "un tale cambiamento".