Nicolas Sarkozy (Foto Ap)

La caduta di Sarkozy

Redazione

Epilogo in guardina, ma la delusione per l’ex presidente è più grande.

Il fermo giudiziario dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy rappresenta la rottura di una prassi che ha sempre protetto in qualche modo gli inquilini, pure se ex, dell’Eliseo, compreso Jacques Chirac sul quale pesavano numerose inchieste, di fatto insabbiate. Sarkozy invece viene portato in questura e fermato per 15 ore, in attesa del pronunciamento di un giudice, secondo la prassi che si adotta anche per i piccoli delinquenti. Può darsi che in questa mise en scène mai vista prima si esprima il protagonismo di qualche funzionario, in ogni caso non rallegra vedere che l’antico rispetto istituzionale, finora violato soltanto nell’Italia succube del giustizialismo e della torvaggine moralista, soccombe anche nella République.

 

Lo stupore e quel po’ d’amarezza politica davanti alla giornata di Nanterre non esime però da qualche considerazione sulla profonda delusione che l’intera vicenda politica di Sarkozy, comunque si possa concludere la complicata sceneggiatura giudiziaria che lo avvolge, ha rappresentato. Dopo essersi presentato come l’uomo della destra nuova capace di una “rupture” di stile e di contenuti in un contesto politico e sociale stanco, nell’azione reale Sarkozy ha tradito tutte le speranze che aveva suscitato. Non ha scosso la società francese, ha contrattato con Angela Merkel una partnership asfissiante, in cambio della quale ha ottenuto l’indulgenza assoluta verso le debolezze finanziarie francesi, e così facendo ha partecipato all’imposizione di una camicia di forza rigoristica all’economia continentale di cui le imprese francesi pagano la loro parte di prezzo. In politica estera ha puntato a una rievocazione della grandeur coloniale destabilizzando Tunisia e Libia, con la finalità non tanto secondaria di sostituirsi al ruolo conquistato in quelle aree dalle imprese soprattutto energetiche italiane. Le conseguenze, con il dilagare di tensioni in tutta l’Africa settentrionale e l’impossibilità di restaurare il controllo precedente sull’emigrazione, hanno riempito di cadaveri il Mediterraneo e messo i governi locali in balìa di faide tribali o religiose incontrollabili. Così Sarkozy è riuscito nell’impresa poco invidiabile di mancare la rielezione alla presidenza, in passato c’era riuscito soltanto Giscard d’Estaing, che però aveva la scusante di rappresentare una formazione minore del fronte moderato. Solo la performance ancora peggiore del suo successore, François Hollande, ha fatto risalire temporaneamente le quotazioni di Sarkozy, che ora paiono definitivamente rovinate dalla vicenda giudiziaria, per quanto tale logica possa lasciare perplessi. Se però davvero, come sostiene l’accusa, Sarkozy ha cercato di usare la magistratura a proprio vantaggio offrendo scambi carrieristici, difficilmente può lamentarsi ora del giustizialismo.