Bullshit made in Pyongyang

Redazione

Qualche giorno fa alcuni media americani, tra i quali il Washington Post e la Npr, hanno riportato una notizia inquietante: la Corea del nord dichiara guerra all’America a causa del nuovo film di Seth Rogen e James Franco, “The Interview”, in uscita a ottobre. Niente di più falso.

Qualche giorno fa alcuni media americani, tra i quali il Washington Post e la Npr, hanno riportato una notizia inquietante: la Corea del nord dichiara guerra all’America a causa del nuovo film di Seth Rogen e James Franco, “The Interview”, in uscita a ottobre. Niente di più falso. Di certo Pyongyang non ha preso bene l’idea di un film hollywoodiano in cui i due protagonisti vengono assoldati dalla Cia per assassinare Kim Jong-un. Subito dopo la pubblicazione online del primo trailer del film, però, il ministero degli Esteri nordcoreano ha diffuso un comunicato usando la consueta retorica antioccidentale ma senza mai minacciare guerra all’occidente, ritenendo piuttosto una minaccia di guerra quella di un film, seppur comico, in cui Washington tenta di sovvertire il potere della Repubblica popolare di Corea con un colpo di stato. Spesso le notizie sulla Corea del nord sono esagerate, falsate, reinterpretate. In questo caso però c’è chi ci ha guadagnato: Rogen e Franco hanno visto il proprio film pubblicizzato sui giornali di mezzo mondo, gratis. Inoltre gli americani hanno spesso un atteggiamento piuttosto disinvolto nei confronti della Corea del nord. Ieri Pyongyang ha annunciato l’incriminazione di due turisti americani per “atti ostili” contro il paese. Uno dei due si era portato dietro una Bibbia – a parte il sacrosanto diritto alla libertà personale, servirebbe un po’ di buonsenso: girare con una Bibbia per Pyongyang è come passeggiare ad Harlem con un cappuccio del Ku klux klan. Come dire: lo puoi fare, ma aspettati delle conseguenze. Il test missilistico di domenica scorsa dimostra che dalla Corea del nord non arrivano solo notizie eccentriche e ridicole. Pyongyang fa sul serio.

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