Confusione Mondiale. Per Passarella Pelé più intelligente (in campo) di Maradona, poi si tira indietro: "Inutili i paragoni"

Redazione

L'Argentina chiede a Messi la Coppa del Mondo per essere come El Pibe de oro

Daniel Passarella, ex campione del mondo, ex centrocampista di Fiorentina e Inter, ex tecnico dell'Albiceleste, tralascia per un attimo l'amor di patria (calcistico) e, forse inebriato dal clima del Mondiale brasiliano sentenzia: "Pelé era più intelligente quando giocava di Maradona". Il motivo è semplice: "Maradona era molto vistoso, richiamava l'attenzione su di sé, era molto più visibile di Pelè, ma il brasiliano era più intelligente", ha detto l'ex difensore in Brasile, durante il programma "Es Campeon" del canale SporTV. Indicazione tattiche, poi un mezzo ripensamento, mani avanti, "non si può paragonare" il brasiliano, campione del mondo nel 1958, 1962 e 1970, con l'argentino che ha sollevato la Coppa del Mondo solo nel 1978". Quindi basta polemiche, sasso lanciato, mano ritratta.

 

Spiega: "Non si può fare questo paragone perché Pelè ha giocato quattro Mondiali e ne ha vinti tre. Questo, da solo, credo sia un dato molto importante", ha sottolineato. "Credo che fossero epoche differenti per giocare. Pelè riceveva la palla e anche se aveva tre avversari intorno faceva il passaggio smarcante per Carlos Alberto (Torres) che finiva per fare gol. Maradona saltava
i tre giocatori, scambiava la palla con il nove della sua squadra, e poi faceva gol lui stesso".

 

Quindi? Meglio non paragonare nemmeno Messi con MAradona. "Messi è un ragazzo che sta cominciando a soffrire una pressione enorme da parte di tutti gli argentini, perché noi vogliamo diventare campioni. E affinché Messi sia paragonato a Maradona, la risposta in Argentina è: 'deve vincere un Mondiale e deve essere il migliore del Mondiale', come fu Maradona. Quello è il paragone che noi facciamo", ha sottolineato l'ex giocatore del River Plate che commenta il mondiale brasiliano insieme ad altri tre capitani vincitori della Coppa del mondo, il brasiliano Carlos Alberto Torres, il tedesco Lothar Matthäus e l'italiano Fabio Cannavaro.