L'espulsione di Marchisio contro l'Uruguay

Come capire se le partite dei Mondiali sono truccate

Francesco Caremani

Da Cambogia-Laos a Giamaica-Grenada. Ma nella massima competizione calcistica mondiale possono accadere cose simili?

Cambogia-Laos 4-2, Laos-Cambogia 4-2 (6-2 ai supplementari), così è finito uno degli incroci per le qualificazioni mondiali in Asia, il continente al centro del gioco, quello delle scommesse legali e illegali. Due partite sulle quali sono transitati milioni di euro, due partite che secondo gli algoritmi di chi controlla il betting internazionale sono state telecomandate grazie a una complicità ampia e diffusa, come ha scritto Ivo Romano nel libro “Gioco sporco”, fresco di stampa, un’indagine documentata e dettagliata delle combine tra rappresentative nazionali, prima di Brasile 2014 ma anche prima di Sudafrica 2010. Collega, per anni ha monitorato per l’Uefa l’andamento delle scommesse su coppe europee, tornei Under 21 ed Europei: “Più che il betting pre partita si segue maggiormente quello live, perché è lì che oramai si concentra la stragrande maggioranza delle giocate ed è quasi sempre lì che si comprende se il match è combinato. La cosa peggiore rispetto a Cambogia-Laos e ritorno è che la Fifa ha dichiarato di non avere sospetti su alcuna partita, quando ha ricevuto almeno una segnalazione”. A Macao, pochi giorni fa, sono state arrestate due bande di allibratori pronte a scommettere milioni di dollari sulle partite dei Mondiali.

 

Uno dei casi più gravi e documentati riguarda la Concacaf Gold Cup del 2011 (l’europeo del Nord e Centro America), dove Messico-El Salvador, Costarica-Cuba e Giamaica-Grenada sono state sicuramente pilotate dall’organizzazione criminale internazionale gestita da Tan Seet Eng, arrestato nel 2013. Non tutti vengono, però corrotti, in questo caso lo erano, con ogni probabilità, alcuni giocatori del Grenada, di Cuba e ben quattordici di El Salvador, poi squalificati dalla locale federazione, una squadra intera, caso che solo successivamente è arrivato alla Fifa: “Che senso ha parlare di Brasile-Camerun prima che giochino, se si hanno dei sospetti s’indaga e si cerca d’incastrare i colpevoli, ma la Fifa ha più volte dimostrato di non avere grande attenzione per le combine; a voce grandi dichiarazioni d’intenti ma nei fatti solo l’Uefa sta lavorando come si deve grazie alla società di consulenza londinese Sportradar (sportradar.com) che monitora, oltre alle competizioni Uefa, coppe, prima e seconda divisione dei 53 stati membri”, sottolinea Ivo Romano. Wilson Raj Perumal, arrestato in Finlandia, era uno dei luogotenenti di Tan Seet Eng, capace di proporsi come organizzatore di eventi sportivi, in cui pagava le spese degli arbitri, altri corrotti nel sistema delle scommesse illegali, capace di organizzare amichevoli tra nazionali africane, addirittura quelle del Sudafrica in preparazione dei Mondiali giocati in casa.

 

In Italia, prima, non c’era nemmeno un sistema centralizzato di controllo, ma l’Uefa ha sempre segnalato le partite sospette, come quelle sotto inchiesta da parte della procura di Cremona: “L’Uefa non può intervenire direttamente, al massimo può informare, il resto spetta alle federazioni locali, ma in Italia fa sempre prima la magistratura ordinaria”. La Lega Pro ha stretto un rapporto di collaborazione con Sportradar e da allora gli episodi sospetti si sono ridotti al lumicino (“prezioso il lavoro di educazione, prevenzione e controllo di Sportradar, che s’è dimostrato vitale per la regolarità di campionati in cui prima era elevato il livello di corruzione”, spiega Romano), mentre Lega di serie A e di serie B ci stanno ancora pensando. Alcune settimane fa è stata pubblicata una lista di partite sospette in Italia, soprattutto di serie cadetta, e in molti altri Paesi, fino alle amichevoli. Sappiamo che l’Atalanta, per esempio, ha preventivamente avvertito gli organi competenti (Catania-Atalanta 2-2, 18 maggio 2014) e Romano invita ogni club ad avere un proprio consulente o una società che controlli dall’interno, almeno eviterebbe la responsabilità oggettiva incastrando prima i tesserati corrotti e infedeli: “Tutti dovrebbero prendere esempio dalla Lega Pro”.

 

[**Video_box_2**]La trasparenza è fondamentale se si vuole proteggere il sistema calcio, anche se il danno di credibilità nell’opinione pubblica ormai è stato fatto. Vero è che all’estero prima dei Mondiali giornali come The New York Times, The Telegraph e The Sunday Times hanno pubblicato inchieste sulla Fifa, sul Qatargate, ben sapendo che ci sono stati casi di corruzione anche in passate assegnazioni, senza il timore di sporcare un giocattolo che è bello sporco di suo e puzza proprio dalla testa, come il giornalista Andrew Jennings scrive da anni (transparencyinsport.org). I bookmaker asiatici gestiscono un giro d’affari di miliardi di euro, superiore a quello di aziende coma la Coca-Cola, soldi che fanno gola alle organizzazioni criminali, difficile poi sapere chi c’è veramente dietro, capace d’immettere così tanto denaro nel betting illegale. Come quello investito in un quadrangolare in Turchia fra nazionali, tra le quali anche Estonia e Bulgaria, in questo caso corrotti erano gli arbitri, che concedevano rigori o allungavano i recuperi per raggiungere l’obiettivo fissato.

 

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