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Incontro Pd-M5s, Renzi: "Toninellum? Non assicura la governabilità"

Redazione

Confronto pacato. A sorpresa si presenta anche il premier. Le parti si rivedranno dopo una consultazione sulla Rete. Di Maio: "Non siamo contrari al premio di maggioranza o al ballottaggio".

E' il giorno dell'incontro tra le delegazioni di Partito democratico e Movimento 5 stelle sul tema della riforma elettorale. Matteo Renzi, segretario del Partito democratico e presidente del Consiglio ha preso parte al gruppo dem che ha incontrato i parlamentari M5s. Oltre al premier, il Pd ha inviato in rappresentanza anche Deborah Serracchiani, Roberto Speranza, e Alessandra Moretti. La delegazione del M5s è invece composta da Di Maio, Toninelli, Brescia e Buccarella. Un confronto finalmente pacato, a differenza del precedente tra Grillo e Renzi subito dopo la nomina del premier di qualche mese fa. Nessuna svolta però nel merito del testo di legge proposto dal M5s. Le parti si rivedranno una seconda volta per chiarire definitivamente le rispettive posizioni, al momento ancora distanti.

 

I grillini hanno illustrato le linee principale del cosiddetto "Toninellum", il disegno di legge presentato da Danilo Toninelli alla Camera, al premier Renzi. Il primo a prendere la parola è stato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che ha presentato la legge depositata dal M5s alla Camera e che è stata sottoposta al vaglio della rete. Di Maio ha sottolineato lo "spirito di responsabilità" che ha spinto i pentastellati a chiedere il confronto tra le due parti. "Sentiamo una grande responsabilità e vogliamo che questa legge elettorale possa entrare nell'ordinamento del paese ma sappiamo di non poterlo fare da soli", ha spiegato il vicepresidente della Camera. Per questo "chiediamo un confronto alla prima forza di maggioranza". "Non è una proposta a scatola chiusa", ha detto Di Maio, e "crediamo abbia tanti valori" anche perché sottoposta al vaglio dei cittadini, ha aggiunto. "Non abbiamo intenzione di andare avanti all'infinito, pensiamo sia una legge molto valida e pensiamo si debba fare" in tempi brevi, ha detto ancora.

 

Il premier ha però fatto notare come in passato Beppe Grillo abbia usato toni poco concilianti nei confronti del Pd: "Abbiamo perso sei mesi", ha affermato, ricordando ai rappresentanti del Movimento 5 stelle l'incontro avuto con Beppe Grillo dopo la sua salita a palazzo Chigi. "Se c'è modo di confrontarci sulla legge elettorale, ne saremo felici. Se ricordate", ha sottolineato il premier, "questo è stato per noi un proposito fin dal primo giorno. Il 15 dicembre a Milano abbiamo lanciato la proposta con l'hashtag 'sorpresina'. La reazione di allora fu un altro hashtag, con cui Beppe Grillo liquidò la nostra proposta. Era un hashtag che non vi dico, perché l'orario non lo consente. Se ora, dopo aver perso sei mesi, ci si può confrontare, siamo molto felici", ha concluso Renzi.

 

"Abbiamo fatto una simulazione con il vostro sistema" sul risultato delle europee, ha incalzato Renzi. "Il Pd anche con il 40 per cento non avrebbe i numeri per governare. Con l'Italicum sì, al primo turno o al secondo", con il 'democratellum' "noi non abbiamo la governabilità", ha spiegato. "Non siamo contrari al ballottaggio o al premio di maggioranza", ha ribadito Di Maio. Ma Renzi ha insistito: "Vi abbiamo preso sul serio e abbiamo studiato la legge, abbiamo fatto una simulazione sui risultati delle europee e con il vostro sistema nemmeno un partito che ha preso il 40 per cento come il Pd ora avrebbe la garanzia di governare". "Noi pensiamo che la sera delle elezioni si debba sapere chi ha vinto e eventualmente siamo pronti a introdurre il ballottaggio, cioè il secondo turno", ha osservato Renzi. "La vostra proposta di legge l'abbiamo presa molto sul serio, l'abbiamo studiata. Abbiamo fatto delle simulazioni e studiandola si evince", ha spiegato il premier, che "non si ottiene la maggioranza", ha ribadito. Poi, il premier ha illustrato la seconda debolezza della proposta dei grillino, "a mio giudizio il vostro sistema ha il rischio di essere oggetto di voto di scambio come le preferenze. Ma voi, oltre a questo, date al partito politico la possibilità di allearsi con chi vuole il giorno dopo. Mentre il nostro sistema costringe a dire prima con chi ci si allea, con il vostro sistema si attribuisce al gruppo il potere di decidere gli alleati".

 

"La governabilità è un valore, ma deve essere meritata", ha replicato Di Maio. "Noi siamo una forza politica giovane, ma non abbiamo paura delle preferenze. Io ho preso 182 voti alle parlamentarie, ma non mai avuto problemi di compravendita
tessere, come sul mio territorio alcuni vostri esponenti", ha aggiunto.

 

Alla fine dell'incontro Renzi ha incalzato Di Maio. "Siamo padroni del nostro tempo", ha detto il grillino; "Io no", ha replicato il premier: "Ho un incontro internazionale tra pochi minuti". Le parti hanno quindi convenuto sulla necessità di rincontrarsi e di discutere gli emendamenti in Parlamento. Nel frattempo, Renzi ha assicurato che pubblicherà in Rete le questioni da risolvere per riavviare il confronto sulla riforma della legge, in primis governabilità e maggioranza certa. Su questi temi, sarà poi l'elettorato dei pentastellati a decidere. Prima del prossimo incontro.