Matteo Renzi parla alla Camera dei deputati dai banchi del governo (foto LaPresse)

Rigore, riforme, flessibilità. Il governo Angela Renzi spiegato alla Camera dal presidente del Consiglio

Redazione

Matteo Renzi presenta il piano per il semestre europeo di presidenza italiana alla Camera. "Stabilità e crescita devono andare di pari passo altrimenti c'è immobilismo".

Matteo Renzi, presentando il piano per il semestre europeo di presidenza italiana alla Camera, attacca l'Europa delle "raccomandazioni e delle autorizzazioni", pur non mettendone in discussione il rispetto delle regole, e rilancia l'idea di una nuova Europa che "rottami" la tecnocrazia e punti ad una centralità politica capace di riportare l'Ue a crescere.

 

Europa ma non solo, il presidente del Consiglio anticipa in Parlamento la volontà di creare un discorso condiviso sulle riforme. Dà una scadenza, mille giorni, 28 maggio 2017, dà un termine (indicativo) per proporre quelle modifiche strutturali per capire come "far diventare l'Italia un paese moderno ed europeo", per riflettere su "come andare a cambiare il fisco, come andare a cambiare dai diritti all'agricoltura. Noi sfidiamo il Parlamento a rendere migliore il Paese in tre anni".

 

Metodo collaudato quello di Renzi. Richiamare tutti all'ordine, puntare sull'orgoglio comune, cercare il cambiamento o la rottamazione. Così in Italia, così in Europa, almeno a parole, almeno come intenti. Guardando all'Ue i cardini del piano "d'azione" sono tre: cambiamento, responsabilità e condivisione di un destino comune. E a cambiare in primis deve essere l'atteggiamento di chi considera un dogma il patto di stabilità: "Mi fa ridere chi dice che viola il trattato chi parla di crescita. Lo viola chi parla solo di Patto di  stabilità. Il trattato ci impone di tenere insieme stabilità e crescita. Non c'è stabilità senza crescita e per questo hanno fallite le politiche economiche Ue in questi anni. Quando c'è stabilità senza crescita c'è solo immobilismo". Nessuna richiesta però di sforamento del tre per cento da parte di Renzi, ma necessità di avere la libertà di creare un piano di riforme autonomo senza continue intromissioni e suggerimenti da parte dell'Unione europea, così come è successo per "Germania e Francia nel 2003. Noi vogliamo smettere di vivere l'elenco delle raccomandazioni come una lista della spesa che tutte le volte ci capita fra capo e collo e che sembra essere una sorta di elenco di cose da fare quasi che questo trasformi l'Europa in una vecchia zia noiosa".

 

Renzi punzecchia l'Europa anche e soprattutto sulla mancanza, almeno sino ad ora, di una condivisione di un destino comune: "Si è affidato alla moneta il compito di costruire l'Europa. Questo ragionamento non basta: non basta avere una moneta unica per condividere un destino insieme". Il rifermento è esplicito e porta il nome di Mare Nostrum, l'operazione militare e umanitaria nel Mar Mediterraneo meridionale per fronteggiare lo stato di emergenza dovuta all’eccezionale afflusso di migranti dal nord Africa: "Se il dramma degli sbarchi non riguarda l'Ue, tenetevi la vostra moneta e lasciateci i nostri valori".

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