Mario Balotelli è a terra. Come lui la Nazionale e i tifosi italiani (foto LaPresse)

Balotelli è un caso chiuso, Prandelli ha troppe idee e molto confuse

Pierluigi Pardo

La difesa a tre regge, l'attacco non convince e il centrocampo fatica. Le pagelle di Pierluigi Pardo a commento della disastrosa eliminazione dell'Italia contro l'Uruguay.

BUFFON 7 – SUPEREROE – Nel giorno più difficile, con la gamba che gli fa male, ferma da solo Suarez, Cavani e Lodeiro. Cade sull’ultimo metro. Esce dal Mondiale a testa alta dopo il mezzo errore con Costarica.

 

BARZAGLI 6.5 – POLIZZA KASKO – Il solito, perfetto, Ministro della Difesa. La contraerea cade solo sulla testa di Godin e lui c’entra poco. Il più forte difensore italiano, per distacco.

 

BONUCCI 6 – THREE IS THE MAGIC NUMBER – Forse il più colpevole sul gol, ma con le marcature miste è sempre un concorso di responsabilità. Tiene bene anche lui, limitando Suarez e Cavani. Nato per giocare a tre. E vai coi rimpianti.

 

CHIELLINI 6 – IS NOT FOOD – Morso da Suarez, può consolarsi, arriva terzo dopo Bakkal e Ivanovic. Gioca la migliore delle tre partite. Limita Cavani senza dovergli tirare i capelli. Un peccato che finisca così. Con i segni dei molari di Suarez e la sua schiena, sfregiata come una tela di Fontana.

 

DARMIAN 5.5 – RAGAZZO TRISTE – Più timido delle prime due uscite, ha il pallone della gloria nel finale, uno dei pochi. Dovrebbe chiudere gli occhi e tirare. Ma pensa, stoppa e maledice il destino.

 

VERRATTI 6.5 – STAFFETTA – Nel giorno della 112esima e ultima presenza Nazionale di Pirlo si intravede il futuro. Gioca come nel PSG, senza paura di palleggiare, cucire, prendersi responsabilità. Atteggiamento da leader. A ben vedere (l’unica) buona notizia di questo pomeriggio tristissimo.

 

PIRLO 5.5 – A112 – La presenza numero 112 è la meno brillante di questo Mondiale. Si muove lento, come quella vecchia utilitaria Autobianchi ed è meno ispirato del solito. Comunque sia, ringraziamo Dio di averlo visto giocare.

 

MARCHISIO 5.5 – IN QUESTO MONDO DI LADRI – La sua partita finisce perché Moreno reloaded si inventa il rosso. Nei primi 58 fa legna, combatte, gioca la partita oscura come si deve, senza grandi ispirazioni ma facendo il suo.

 

DE SCIGLIO 5.5 – LA LEVA CALCISTICA DELLA CLASSE ’92 – Poco poco. La spinta di cui avevamo bisogno non si vede. Il compitino è svolto senza errori folli ma senza nessuna ispirazione o energia. Il ragazzo si farà. Poi

 

IMMOBILE 5 – IMMOBILE – Dunque aveva ragione Prandelli. Nomen Omen. La coppia non aveva senso se non in momenti disperati. Ma non è colpa sua, avrebbe bisogno di un rifinitore che gli offra palloni, non di un collega nervoso che gli gira attorno. E invece Cassano entra proprio al suo posto e Insigne e Cerci non si vedono proprio. 

 

BALOTELLI 4.5 – CASO CHIUSO – Che altro dobbiamo dire? Che ci manca nel secondo tempo quando dobbiamo fare legna e servirebbe uno che faccia reparto da solo. Che davvero ci dispiace che sia finita così. Che c’erano tutte le condizioni ambientali (maglia da titolare per decreto, matrimonio con Fanny e affetto dei brasiliani) per scrivere un’altra storia. C’erano. E invece tweet, cartellini, proteste, chiacchiere, polemiche.

 

PAROLO 5 – INSUFFICIENZA DI PROVE – Entra per dare sostanza in mezzo. Dopo l’espulsione fatica ancora di più. Non è certamente il colpevole ma non era il cambio giusto.

 

THIAGO MOTTA 5 – SLOW MOTION – Compassato, messo in campo dopo l’infortunio di Verratti per tenere palla e guadagnare temgiocare con il cronometro. Ma alla fine, quando il tempo ci rema contro, perde il pallone che potrebbe cambiare la storia.

 

CASSANO 6 – RIMPIANTO – Entra nel finale per tenere palla e conquistare punizioni. Poi prova a dare geometria a compari inadeguati. Chiude il suo primo (e ultimo) Mondiale con due presenze opache e appena 11 minuti nel ruolo giusto, da seconda punta (con Costarica prima dell’arrivo di Insigne). Un delitto.

 

PRANDELLI 5 – BRANDELLI - Chapeau, per le dimissioni irrevocabili col contratto già firmato, ma voto bassissimo per la gestione dell’ultimo anno. Troppe idee. Molto confuse. Poco polso e disciplina con i giocatori. Troppi moduli e troppe casette (di Manaus). Pochi tiri in porta e poche energie.  Trascina con sé Abete. Nella notte di Natal.