Il certame del credito

Redazione

Il governo sembra avere il gusto per la competizione con le corporazioni. Gli ottanta euro mensili in busta paga? Non avete mai strappato un aumento così in Cgil, cara Camusso.

Il governo sembra avere il gusto per la competizione con le corporazioni. Gli ottanta euro mensili in busta paga? Non avete mai strappato un aumento così in Cgil, cara Camusso. Tagliare l’Irap come chiede Confindustria? Perché mai, se gli imprenditori pensano che quello dell’Irpef basti a incentivare i consumi, caro Squinzi. E adesso, care banche avare di credito, tocca a voi. Le misure espansive del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, hanno fornito l’assist al governo per tornare a sferzare i pigri manovratori del credito con un’escalation di dichiarazioni. “Non avete più alibi”, ha detto martedì il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dopo avere incontrato gli imprenditori del nord-est. “Le banche non devono solo gestire il presente, ma trasformare le risorse a disposizione in crediti concessi”, ha rincarato la dose ieri il ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan, per giunta dopo avere partecipato al comitato esecutivo dell’Associazione bancaria italiana. Tanto è stato il pressing che Bankitalia fa sapere in via ufficiosa che “introdurrà vincoli” per assicurare che i 75 miliardi in arrivo dalla Bce a partire da settembre andranno alle imprese. Ma non basta. Così ieri Padoan e Federica Guidi, ministro dello Sviluppo, hanno illustrato misure di liberalizzazione del mercato creditizio, già adottate per decreto, per incoraggiare le imprese a svincolarsi dal bancocentrismo (assicurazioni, fondi, società di cartolarizzazione faranno prestiti diretti, le obbligazioni societarie sono incentivate con sgravi fiscali). Il tutto per 20 miliardi di crediti erogati in più. Sapere chi vincerà, Renzi o le banche, conta poco. Al di là dei battibecchi, una ripresa del credito gioverà a tutti.

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