Silvio Berlusconi (Foto La Presse)

Presidenzialismo adesso. Berlusconi indica la direzione futura del patto del Nazareno

Redazione

Il Cav.: "Forza Italia resta all'opposizione ma dialoghiamo". E su Napolitano dice: "E' andato al di là della funzione prevista dalla Costituzione".

Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi ha illustrato stamattina i dettagli della proposta di referendum sul presidenzialismo. Un'occasione utile al presidente anche per chiarire il ruolo dialettico che il suo partito intende assumere nei confronti del governo; Forza Italia, ha detto Berlusconi, vuole restare all'opposizione partecipando però al dialogo con il premier Matteo Renzi sul tema delle riforme istituzionali. "Siamo qui per portare avanti una nostra voglia di governabilità, che non c'è nel paese con gli attuali assetti", ha spiegato Berlusconi proponendo il progetto che prevede l'elezione diretta del capo dello Stato. Una riforma necessaria, a suo giudizio, per imprimere una svolta istituzionale al paese perchè, ha detto il Cav., il presidente della Repubblica, allo stato attuale, "non è espressione della volontà dei cittadini, ma viene deciso dopo contrasti e accordi tra i segretari dei partiti, chiusi in una stanza, e a volte di notte. Quindi, con le idee non chiarissime". I poteri del Quirinale vanno riformati, considerato che "abbiamo un Capo dello Stato che è passato al di la della sua funzione prevista dalla Costituzione", un passaggio "che è diventato fisiologico, anzi patologico per noi", ha aggiunto.

 

[**Video_box_2**]La consultazione popolare sottopone ai cittadini l'ipotesi di consegnare al premier maggiori poteri. Si tratta di uno dei punti di maggior rilievo del progetto di Berlusconi e su cui il leader di Forza Italia punta di più. "Il presidente del Consiglio non ha il potere di rimuovere un ministro né di sciogliere le Camere in caso di ribaltone", ha detto Berlusconi. Quindi, ha aggiunto, "sarebbe logicissimo scioglierle, ma il presidente del Consiglio questo potere non ce l'ha". Il sistema attuale non funziona, ha ribadito Berlusconi che ha puntato il dito contro quegli organi teoricamente indipendenti, come la Corte costituzionale, che a suo giudizo però risultano schierati politicamente: la Consulta, in particolare, "abroga le leggi che non piacciono alla sinistra"; queste "vengono impugnate da un pm di sinistra e la Corte - non più organo di garanzia - è divenuto un organo politico della sinistra" e le abroga.

 

La proposta di Forza Italia, secondo il suo presidente, dimostra la volontà di collaborare sul piano delle riforme. Berlusconi ha rinnovato l'impegno preso di contribuire a quella del Senato, sulla quale, tuttavia, "dobbiamo ancora trovare un accordo. "Renzi mi fa sapere di essere disponbile a un nuovo incontro, ma insiste affinché il nostro capogruppo e la signora Boschi si vedano per cercare con decisione un punto che vada bene ad entrambi" sull'elezione dei senatori. "Forza Italia mantiene gli impegni assunti", ha chiarito Berlusconi.

 

In merito al rapporto tra Forza Italia e la maggioranza di governo, Berlusconi ha sottolineato che il suo partito resta all'opposizione, nonostante la volontà di dialogare con Renzi sulle riforme. "Voglio smentire le accuse di chi ci dice che non abbiamo una posizione chiara, che non siamo né carne né pesce: siamo opposizione a un governo di sinistra, tenuto in piedi, ahimè, da una stampella di 30 senatori eletti con noi". Ma per il Cav. è importante anche che i parlamentari di Forza Italia "diffondano ciò che abbiamo fatto, perché dall'altra parte c'è una sorta di 'damnatio memoriae' e dobbiamo contrapporre a questa volontà distruttiva del nostro operato" i risultati ottenuti dal centrodestra al governo. D'altra parte, ha aggiunto, secondo "diversi studi universitari il nostro governo è stato il migliore della storia della Repubblica. Siamo riusciti a realizzare più cose noi di quanto sono riusciti a realizzare i governi dal 1948 a quando siamo entrati a palazzo Chigi".