Un momento peptico-tattico di Prandelli durante l’allenamento di ieri (foto LaPresse, didascalia Jack O’Malley)

Previsioni mondiali al Bar Sport del Foglio

Piero Vietti

E’ bastato spostare un paio di sagome cartonate del Cav. e di Mourinho, ed ecco che dopo quattro anni, il Bar dello Sport fogliante si ripopola di avventori in fibrillazione da Mondiale.

Lungotevere Raffaello Sanzio. E’ bastato spostare un paio di sagome cartonate del Cav. e di Mourinho, ed ecco che dopo quattro anni, il Bar dello Sport fogliante si ripopola di avventori in fibrillazione da Mondiale. Buracchio conferma che l’abbonamento a Sky è attivo, si comincia subito a servire da bere e ad ascoltare le previsioni sulla vittoria finale. Rizzini ordina uno spritz: “Prima di fare un pronostico devo vedere le facce”. Irrompe da Parigi una fogliante doc: è Marina Valensise, direttore dell’Istituto italiano di cultura: “Qui di Mondiale non se ne parla, o se ne parla pochissimo. Non c’è quella febbre, quella tifoseria dilagante e un po’ demente che prende noi italiani. Però secondo me vincerà il Brasile. A parte gli Azzurri del beneamato Prandelli, che sono sempre nel mio cuore, credo sarebbe per i padroni di casa una bella ricompensa, dopo tanti sforzi, tanto dolore, tante proteste… ma chi lo sa. Dobbiamo seguire la palla, e non prestare il fianco ai pallonari”. Parole immortali cui fa eco dal Cupolone Matzuzzi: “Li vincerà il Brasile per il semplice motivo che non può non vincerli. Viceversa, sarebbe un dramma nazionale. Ho solo un piccolo e ininfluente dubbio, legato al fatto che il Brasile ha probabilmente la squadra più scarsa degli ultimi centocinquant’anni. Ma se la Corea è arrivata terza in un Mondiale, anche il Brasile un po’ bolso potrà far festa al Maracanà (sperando che non cada a pezzi dopo il collaudo)”. “Matteo allora sei d’accordo con me – replica Valensise – O io con te, il che è ancora meglio”. Quel che segue è degno di Maurizio Milani. Matzuzzi: “Marina, ebbene sì. C’è un’affinità spirituale che, a migliaia di chilometri di distanza, ci porta a dire che sarà il Brasile ad alzare la coppa. Sarà il sesto senso?”. Valensise: “Sesto e settimo, Brasil para frente”. Crippa si siede al bancone e sussurra: “Marina, sei la nostra star forever… Ma del Mondiale a Parigi non si parla forse lì, nell’Upper Rive Gauche dove vivi tu… Se fai un salto a St. Denis, mi sa che qualcuno che tifa Costa d’Avorio lo trovi…”. Rizzini, complice lo spritz, ci ha ripensato: “Costa d’Avorio potrei tifarla io, da Campo de’ Fiori”. Lo Prete, giornalista economico, è certo: “Vince il Brasile, dicono i calcoli degli economisti di Goldman Sachs. Ma in finale con l’Italia e non con l’Argentina, correggo io”. Qualcuno sostiene che Brasile e Italia non possano incontrarsi in finale, ma lui è già andato a finire di scrivere il terzo articolo del giorno. Pompili, che di calcio ne sa quanto una sedia ma sull’Asia è imbattibile: “In Giappone la gente per strada fa il baciamano a Zaccheroni. In ogni caso vince la Russia: anche se non dovesse arrivare in finale, indirebbe un referendum”. Poi si scola mezza birra e aggiunge: “Ma c’è qualche mister Mondiale in pantaloncini da tifare?”. Cerasa, che non sbaglia mai una previsione politica ma sul calcio è ancora da registrare, si accoda: “Brasile vince (Neymar capocannoniere), Italia sorpresa positiva (una partita la vinciamo), Belgio andrà bene (arriva ai quarti), Cassano farà faville (eccalalà), i tedeschi arrancheranno, CR7 piangerà, Messi rosicherà, molta retorica del riscatto dei Brics, molta retorica sullo schifio dei paesi mediterranei, previsti molti culoni brasiliani sulle prime pagine dei giornali italiani. E ha ragione Ronaldo: Prandelli è una mezza sega, somiglia a Gigi Simoni”. Da una nuvola di zolfo ecco spuntare Giuli: “Vince il Ghana, perché è sorretto dalla possente magia dello stregone Nana Kwaku Bonsam (letteralmente: ‘Il Diavolo del mercoledì’). Settimana scorsa, Nana ha concepito un demone che si chiama Kahwiri Kapam ed più forte di Blatter, Platini e Renzi messi insieme. Come minimo vale il 45 per cento alle elezioni, figurati se non farà vincere il Mondiale al Ghana”. Crippa richiama l’attenzione del barman con un fischio: “Con un euclideo puro a centrocampo come Marchisio, luminare per cui ‘qui l’umidità inaridisce’, ogni pronostico può essere ribaltato. Dunque che il Brasile si suicidi come in una ballata triste di Chico Buarque. Che la Germania vinca battaglie e perda come sempre la guerra. Che l’Italia punti su Immobile e faccia il colpissimo. Ma così, per puro fideismo bergogliano, e perché ne verrebbe un’altra meravigliosa ‘guerra del fùtbol’ latinoamericana, da farci romanzi, sarebbe bello vincesse l’Argentina. (Pardon, il San Lorenzo…)”.

 

[**Video_box_2**]Dalla Terra in cui il calcio è sport femminile ecco Ferraresi: “Vince la Francia, perché è quella vestita meglio, in finale con il Brasile. L’Italia non passa il girone, ma forse non lo passa nemmeno l’Inghilterra e al grido di ‘Pura Vida’ va avanti la Costa Rica. Marco Valerio entra nel board di Goldman Sachs. Valensise sta spammando secco”. Peduzzi, sopraggiunta da Milano, sa di non sapere: “Ho il terrore delle partite a mezzanotte, ma siccome il pensiero unico è il mio mestiere dico Brasile, seguendo il mio vicino di banco che la sa lunghissima”. Segue dibattito sull’identità del vicino di banco fino a che Tiliacos fa il suo ingresso sparando in aria: “Per il pronostico mi attengo a quanto segnalato da Big Head, la tartaruga Caretta Caretta. Vince il Brasile, e io aggiungo che l’Italia arriva ai quarti. Può pretendere di più, chi schiera il giocatore Immobile?”. In Brasile già si toccano. Per Battistuzzi (toglietegli la grappa) vincerà la Germania con il 40 per cento – oppure l’Argentina –  e “Cerci si fidanzerà con un redattore del Foglio che tifa Toro”. Da Latina sopraggiunge Gambardella, che chissà per chi fa il tifo: “Romoletto Candreva sarà capocannoniere degli Azzurri. Infine, Hawking ne è certo, De Rossi si farà espellere entro il primo quarto d’ora della prima partita”. Chiude il giro Raineri, zaino in spalla: “Vince l’Algeria, me lo ha detto una fonte dell’intelligence militare”. (pv)

  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.