Sex and the sitter

Annalena Benini

David e Samantha Cameron hanno difeso l’onore della loro baby sitter, hanno detto che è bravissima e che non c’è nessun problema se ci sono sue foto nuda o mezza nuda su siti a pagamento.

David e Samantha Cameron hanno difeso l’onore della loro baby sitter, hanno detto che è bravissima e che non c’è nessun problema. Se ci sono sue foto nuda o mezza nuda su siti a pagamento, se la notte quando non dorme con i bambini o nel suo giorno libero balla attorno ai pali, se si spogliava, o si spoglia ancora, per arrotondare o per divertirsi. O se invece, come ha detto la baby sitter, alla polizia, questa è la vendetta orribile di un ex fidanzato cattivo. Lei non si spoglia più “da anni”, e insegnare la pole dance (ballo acrobatico con pertiche) non significa essere un cattivo esempio per bambini di dieci, otto e tre anni. Anche Mary Poppins aveva molti segreti, eppure tutti l’adoravano, anche se portava i ragazzini sopra i tetti e dentro i camini e li faceva tuffare nelle pozzanghere. Chi ha voglia e tempo di indagare dentro la vita privata di una tata, e pretendere magari il rigore morale e le gonne lunghe, non ha reale necessità di una tata e non dovrebbe assumerne una. Perché ogni rivelazione sarà sconvolgente, ogni dettaglio sarà un terremoto. E i dettagli, nella vita in comune, o anche solo in un’estate condivisa, spuntano sempre. La baby sitter cubana e allegrissima muove i fianchi a ritmo di musica mentre cucina, la ragazza au pair inglese non parla una parola d’italiano ma sullo stenditoio in balcone appende una serie di mutandine di pizzo di tutti i colori, e un giorno sullo stenditoio è comparso un paio di mutande blu da uomo con le fiamme arancioni disegnate sopra. Da quel momento, tutto è cambiato. Negli sguardi del bambino di dodici anni, in quello, leggermente spaventato, della madre, e in quello imbarazzato del padre. Non era successo niente, ma era successo tutto. Allo stesso modo in cui David Cameron non potrà mai ammettere, forse nemmeno con se stesso, di provare curiosità per le foto proibite della baby sitter che fa i castelli di sabbia con i suoi figli, così nessuno può impedire il sussulto provocato da chi si muove per casa e ha una vita fuori casa. Per questo alcune madri si sono specializzate nei [**Video_box_2**]colloqui con le baby sitter: le guardano camminare, muoversi, parlare, fanno domande assurdamente intime, e solo dopo un attento esame del mistero che portano con sé chiedono che esperienze hanno avuto con i bambini e se sono disposte a lavorare anche un paio di sere la settimana (in quel caso, però, si assumono loro il compito di riaccompagnarle a casa in macchina dopo mezzanotte). Alcune madri particolarmente ossessive chiedono di fare una prova, di lunedì al mare, solo per poter controllare come sta il bikini alla baby sitter mentre corre dietro al bambino per mettergli la crema. Se le sta bene, se la baby sitter ama abbronzarsi, nuotare, stendersi al sole, farsi tirare i palloncini d’acqua, se sta in costume da bagno anche in casa mentre fa la doccia ai bambini, allora purtroppo, per mutate esigenze famigliari, quella ragazza bravissima e adorabile, a cui i bambini si sono affezionati in dieci minuti, non verrà assunta. Forse nemmeno per sfiducia nel genere umano, ma per paura dei pensieri segreti. Così, quando le ragazze au pair arrivano dall’Europa, sicure e entusiaste, per passare l’estate in qualche casa al mare e parlare in inglese o in francese con i bambini e portarli in spiaggia, i bambini sono felicissimi, e le madri hanno deciso che non ci sarà nessun problema, mai, proprio come hanno detto i Cameron. Nemmeno con i segreti, con le foto nude che possono spuntare su internet, con i costumi da bagno, con i fidanzati che arrivano dalla Svezia, con i sussulti sullo stenditoio. Sex and the baby sitter fa parte dei pensieri possibili, mai svelati, a volte solo il sogno confuso di un bambino che cresce (e, dopo trent’anni, quaranta o cinquanta, si ricorderà ancora della ragazza bellissima che gli ha insegnato a mettere la testa sott’acqua).

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.