Francia senza famiglia

Redazione

La Francia si accinge a modificare lo statuto dei cosiddetti “beaux-parents”, i nuovi coniugi dei genitori separati, introducendo una serie di diritti e doveri, non contemplati in precedenza, rispetto ai minori che vivono nelle famiglie ricostituite (settecentoventimila in Francia). L’esame del progetto di legge, firmato da Partito socialista e Verdi, è cominciato ieri e dovrebbe concludersi il 28 maggio con un voto, ma già si litiga alla grande.

    La Francia si accinge a modificare lo statuto dei cosiddetti “beaux-parents”, i nuovi coniugi dei genitori separati, introducendo una serie di diritti e doveri, non contemplati in precedenza, rispetto ai minori che vivono nelle famiglie ricostituite (settecentoventimila in Francia). L’esame del progetto di legge, firmato da Partito socialista e Verdi, è cominciato ieri e dovrebbe concludersi il 28 maggio con un voto, ma già si litiga alla grande. Se l’idea era quella di rendere più semplice la vita degli ex coniugi litigiosi (e il lavoro dei giudici), l’immediato risultato è quello di scontentare tutti, femministe e psicologi dell’infanzia, associazioni di madri e di padri separati. L’oggetto del contendere è prima di tutto l’introduzione della doppia residenza per il minore. Non esisterà più la “residenza abituale”, che porta con sé il “diritto di visita” e altri accessori che alludono a una sorta di gerarchia tra i due genitori. Nuove parole e buone intenzioni che annunciano un disastro, hanno scritto in una petizione quattromilaquattrocento psicologi ed educatori, che nel modulo “una settimana con papà e una con mamma” vedono un “modello nocivo” e destabilizzante, e che definiscono la doppia residenza “una cattiva soluzione per adulti applicata ai bambini”. Ma a rendere accidentato il cammino della “loi famille” c’è anche la questione della fecondazione artificiale per coppie dello stesso sesso, e quella dell’utero in affitto.

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    Pratiche vietate in Francia, accantonate dal governo dopo l’opposizione popolare incarnata da movimenti come la Manif pour tous, ma suscettibili di rientrare da una qualche finestra aperta nella legge sulla famiglia. Il timore è che ci sia la possibilità di usare l’istituto dell’adozione per dare effetti giuridici in Francia a una procreazione artificiale con donatore o con utilizzo di madre surrogata all’estero. Timore non infondato, visto l’attivismo dei Verts in favore dei “nuovi diritti”, che fanno ormai parte della loro malconcia identità politica assai più di quelli tradizionalmente ecologisti. Sono gli unici, per esempio, a pretendere l’introduzione in Francia dell’utero in affitto. Con la benemerita eccezione dell’eurodeputato verde José Bové, che la scorsa settimana ha evocato il “ritorno all’eugenetica”.