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Il profeta Mou e la scivolata di Gerrard. La vera storia della tragedia del Liverpool

Jack O'Malley

Pensatela come volete, ma non è ieri sera che il Liverpool ha perso il campionato. Vi racconteranno che l’assurdo 3-3 dei Reds con il Crystal Palace ha consegnato la Premier League nelle mani del Manchester City. Non è vero. Il Liverpool ha detto addio al suo primo titolo dopo 24 anni al 47’ del primo tempo della partita contro il Chelsea di domenica 27 aprile, quando Gerrard è scivolato come un principiante sul prato di Anfield lasciando che Demba Ba insaccasse il gol dell’1-0 per i Blues. L’incapacità di pareggiare (e anzi subire il 2-0 alla fine) per il troppo affanno ha fatto il resto. Era già finita lì.

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    Pensatela come volete, ma non è ieri sera che il Liverpool ha perso il campionato. Vi racconteranno che l’assurdo 3-3 dei Reds con il Crystal Palace ha consegnato la Premier League nelle mani del Manchester City. Non è vero. Il Liverpool ha detto addio al suo primo titolo dopo 24 anni al 47’ del primo tempo della partita contro il Chelsea di domenica 27 aprile, quando Gerrard è scivolato come un principiante sul prato di Anfield lasciando che Demba Ba insaccasse il gol dell’1-0 per i Blues. L’incapacità di pareggiare (e anzi subire il 2-0 alla fine) per il troppo affanno ha fatto il resto. Era già finita lì.

    La settimana antecedente la partita con il Crystal Palace ha soltanto prolungato l’illusione, cullata dalle parole del manager Brendan Rodgers che ha provato a buttarla sullo psicologico, dicendosi sicuro che il Cty non avrebbe vinto le due partite che gli restano da giocare.

    [**Video_box_2**]Il pressing mentale logora chi non lo pratica con assiduità, e se non si è Ferguson o Mourinho è meglio lasciar perdere. Il Liverpool di Rodgers, una delle squadre che quest’anno in Europa produceva un gioco tra i più divertenti, si è liquefatto come il Milan a Istanbul, facendosi riprendere dagli avversari appagati e increduli: da 3-0 a 3-3 in dieci minuti, campionato a puttane, lacrime sugli spalti e in campo.

    Suarez ha perso di colpo sfrontatezza e cattiveria diventando un bambino a cui hanno bucato il pallone. Nel settore ospiti i tifosi sono rimasti avvitati come i seggiolini dello stadio, le mani sulla testa, gli occhi gonfi e nemmeno un filo di voce per cantare “You’ll never walk alone”, che è vero, ma sarebbe stato troppo. La faccia di Gerrard, invece, raccontava un malessere che ha origini antiche.

    Nell’estate del 2005 il Chelsea di Mourinho lo cercò per farlo giocare nei Blues. Gerrard rifiutò, spiegando che i Reds erano campioni d’Europa in carica. “Ha ragione – chiosò Mourinho – ma tra dieci anni conteremo quanti trofei avrà vinto il Liverpool e quanti il Chelsea. E Gerrard avrà perso”. Nove anni dopo il Chelsea ha vinto qualche Premier, una Champions League e un’Europa League. Il Liverpool ancora niente. Poteva vincere quest’anno, ma il Chelsea di Mourinho glielo ha impedito. A meno di cataclismi calcistici nei prossimi sette giorni, il City sarà campione. Next year Reds, maybe.

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