Speciale online 18:53

Per fermare Ebola

Redazione

Per la prima volta negli ultimi vent'anni, nell'Africa occidentale è arrivata un'epidemia di Ebola violentissima. Centoventidue pazienti hanno la febbre emorragica, 78 sono morti, secondo fonti di Medici senza frontiere, soprattutto in Guinea (sui confini e a Conakry, nella capitale sul mare) ma ora anche in Sierra Leone e Liberia. Il virus si sta diffondendo molto velocemente, con quei suoi sintomi tragici ed evidentissimi, perché c'è sangue ovunque – Ebola colpisce facendo piccole lesioni alle membrane sulle vene, poi le lesioni s'allargano e il sangue inizia a circolare nel corpo dove non dovrebbe, è come un'inondazione interna di sangue – soprattutto esce dagli occhi, assieme alle lacrime, e mentre piangi rosso muori.

    Per la prima volta negli ultimi vent'anni, nell'Africa occidentale è arrivata un'epidemia di Ebola violentissima. Centoventidue pazienti hanno la febbre emorragica, 78 sono morti, secondo fonti di Medici senza frontiere, soprattutto in Guinea (sui confini e a Conakry, nella capitale sul mare) ma ora anche in Sierra Leone e Liberia. Il virus si sta diffondendo molto velocemente, con quei suoi sintomi tragici ed evidentissimi, perché c'è sangue ovunque – Ebola colpisce facendo piccole lesioni alle membrane sulle vene, poi le lesioni s'allargano e il sangue inizia a circolare nel corpo dove non dovrebbe, è come un'inondazione interna di sangue – soprattutto esce dagli occhi, assieme alle lacrime, e mentre piangi rosso muori.

    Il contagio così immediato è dato proprio dal contatto con il sangue infetto, inevitabile ma fatale, che spesso arriva dal contatto con animali che hanno il virus: in passato l'epidemia è partita sempre da gruppi di cacciatori (e i pipistrelli sono portatori di Ebola). Ma la buona notizia è quella che ha spiegato Laurie Garrett su Foreign Policy in un articolo dal titolo molto chiaro: “Non baciate i cadaveri”. Garrett ha vinto un Pulitzer raccontando l'epidemia di Ebola in Zaire (ora Repubblica democratica del Congo) nel 1976, ha scritto due libri, conosce bene il virus e soprattutto come curarlo, e oggi dice: sappiamo già tutto, applichiamo le lezioni imparate subito in Guinea. Per combattere Ebola non servono vaccini né farmaci che solitamente sono gestiti da grandi colossi internazionali che spesso non considerano remunerativo cercare vaccini per virus che colpiscono persone che il vaccino non possono nemmeno comprarlo e che sono comunque rari (2200 morti dalla fine degli anni Settanta). Bastano accorgimenti sanitari che hanno molto a che fare con il buon senso, gli stessi che aiutarono a sconfiggere le epidemie passate. Chi ha il virus deve essere messo in quarantena, i morti non devono essere toccati ma sepolti il più velocemente possibile, i medici devono mettersi mascherine e guanti e lavarsi sempre le mani. Come scrive la Garrett, per combattere Ebola non ci vogliono laboratori mobili che sembrano navicelle spaziali: servono i saponi, antisettici preferibilmente.