Zagor, le leggende non si rottamano, si venerano

Stefano Priarone

Nessuno ha mai osato avanzare l'idea di rottamarlo. Perché le leggende, non si rottamano, si venerano. E Gallieno Ferri, genovese, classe 1929, è indubbiamente una leggenda del fumetto italiano. Nel 1960 incontra l'editore Sergio Bonelli (1932-2011) figlio del creatore di Tex Giovanni Luigi (1908-2001) e insieme danno vita a Zagor che arriva in edicola l'anno successivo (testi di Bonelli, che si firma Guido Nolitta per distinguersi dal padre, disegni suoi).

    Nessuno ha mai osato avanzare l'idea di rottamarlo. Perché le leggende, non si rottamano, si venerano. E Gallieno Ferri, genovese, classe 1929, è indubbiamente una leggenda del fumetto italiano. Nel 1960 incontra l'editore Sergio Bonelli (1932-2011) figlio del creatore di Tex  Giovanni Luigi (1908-2001) e insieme danno vita a Zagor che arriva in edicola l'anno successivo (testi di Bonelli, che si firma Guido Nolitta per distinguersi dal padre, disegni suoi).

    Zagor, considerato un inviato del Grande Spirito dagli indiani dell'immaginaria foresta di Darkwood (sarebbe l'abbreviazione di Za-Gor-Te-Nay, in un dialetto indiano inventato  “Lo Spirito con la Scure”), nel Nordamerica del primo Ottocento combatte fuorilegge e pellirosse bellicosi ma anche stregoni, alieni, vampiri e scienziati pazzi, in avventure con un felice mix di generi che fa presa sui ragazzi di più generazioni (Zagor, alla fin fine, è un supereroe). Grazie ai testi di Nolitta-Bonelli, ma anche agli spettacolari disegni di Ferri, capace di passare dal registro drammatico a quello comico (famose le gag di Cico, l'amico messicano di Zagor, sempre in cerca di cibo) con grande naturalezza. E anche per le copertine, sempre molto efficaci e d'impatto (famosa quella di “Angoscia!” prima parte di una storia dove Zagor affronta un vampiro con le sembianze di Christopher Lee).

    I personaggi della Sergio Bonelli Editore in genere assomigliano agli sceneggiatori che li hanno creati. Giovanni Luigi Bonelli, ad esempio, girava armato e si divertiva a sparare alle lattine vuote di birra su un motoscafo nel lago di Como, si sentiva come Tex. Sergio Bonelli si è sempre identificato più in Mister No (da lui creato nel 1975, però il numero 1 è disegnato da Ferri, autore anche di molte copertine), un veterano della seconda guerra mondiale che negli anni Cinquanta fa da guida turistica in Amazzonia (vive a Manaus, dove l'Italia giocherà la prima partita del mondiale brasiliano) come lui amante delle donne e del jazz. Zagor, invece, è l'alter ego del suo creatore grafico. E non solo perché se si vedono le sue foto da giovane la somiglianza fra personaggio e autore è evidente. Ma perché Ferri è atletico come Zagor, da sempre pratica windsurf, va sul kayak e fa rafting nelle acque dei fiumi liguri .

    Da cinquantatre anni, Ferri disegna Zagor: un record nel fumetto seriale mondiale. Certo, non ha più la pazzesca produttività degli anni d'oro quando lui e un ottimo artigiano come Franco Donatelli (1925-1995) erano praticamente gli unici disegnatori della serie, ma ogni anno esce almeno una sua storia (l'anno scorso uno speciale di grande formato di oltre duecento tavole) e ancora adesso realizza tutte le copertine della serie e degli albi speciali. Tanti ragazzi di età diverse sono cresciuti con le storie Ferri. Come il rocker Graziano Romani, classe 1959, che nel 2009 ha dedicato un concept album a Zagor (copertina ovviamente di Ferri) e, più recentemente, ha scritto il libro “L'arte di Ferri”. O come Moreno Burattini, classe 1962, sceneggiatore e curatore della serie, che da vent'anni lavora con il suo idolo d'infanzia. O come Marco e Stefano Grasso, suppergiù coetanei di Renzi, che hanno appena fatto uscire un album fotografico con immagini del Ferri “privato” e che mai e poi mai si sognerebbero di “rottamarlo”. E infatti tutti questi ragazzi succitati saranno assieme a Ferri  il prossimo 15 marzo a Cartoomics, la fiera del fumetto di Milano, per festeggiare in leggero anticipo (la data corretta è il 21)  in una conferenza celebrativa i suoi ottantacinque anni. All'anagrafe, perché in realtà è eterno come il suo Zagor.