Ecco come ti spaccio il mito della Merkel che si mangia i bambini greci

Luciano Capone

Gli effetti della crisi economica sulla Grecia sono stati pesanti. Dopo sei anni di recessione, il pil si è ridotto di oltre un quinto, la disoccupazione è salita oltre il 25 per cento, è aumentata la povertà e sono esplose tensioni politiche e sociali. Qualche riforma strutturale è stata pure avviata, mentre la storica tendenza espansionistica della spesa pubblica ellenica è stata invertita.

Gli effetti della crisi economica sulla Grecia sono stati pesanti. Dopo sei anni di recessione, il pil si è ridotto di oltre un quinto, la disoccupazione è salita oltre il 25 per cento, è aumentata la povertà e sono esplose tensioni politiche e sociali. Qualche riforma strutturale è stata pure avviata, mentre la storica tendenza espansionistica della spesa pubblica ellenica è stata invertita. Tuttavia in questi mesi sono giunte molte notizie gonfiate se non del tutto inventate: dal popolo ellenico affamato che assalta i supermercati alla mancanza di aspirina nelle farmacie, dalle torture della polizia fino ai disperati che si autoiniettano l’Hiv per ricevere un sussidio pubblico. Notizie in genere diffuse da quelle stesse fonti che descrivono l’Eurozona come un lager, la Merkel come Hitler e i governi nazionali come tanti Quisling al servizio dei tedeschi e della finanza internazionale.

L’ultima bufala greca in ordine di tempo è quella pubblicata da Repubblica: “Grecia, strage degli innocenti: più 43 per cento di mortalità infantile dopo i tagli alla sanità”. Notizia immediatamente ripresa da altri siti con i titoli più svariati, da “Grecia choc, raddoppia la mortalità infantile” a “Gli infanticidi della Troika”. L’articolo sostiene che in Grecia “la mortalità infantile è aumentata del 43 per cento a seguito dei brutali tagli alla spesa pubblica e al dimezzamento del bilancio della Sanità”, una conseguenza diretta della “spietata ‘terapia’ di risanamento imposta” dalla Troika (cioè il terzetto composto da Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) e ovviamente “dalla cancelliera Angela Merkel”. L’articolo si basa sui dati di uno studio del 22 febbraio pubblicato dalla rivista scientifica britannica Lancet dal titolo “Greece’s health crisis: from austerity to denialism”, in cui gli autori affermano che il pluridecennale calo della mortalità infantile in Grecia ha invertito il suo corso “crescendo del 43 per cento tra il 2008 e il 2010”. Un’inversione simultanea all’esplosione della crisi economica e istintivamente riconducibile alle “terapie” di austerity. In realtà a questa correlazione non corrisponde nessun nesso di causa-effetto ed è sempre Lancet, lo stesso giorno, il 22 febbraio, ad affermarlo in uno studio, evidentemente sfuggito a Repubblica, che parla proprio di mortalità infantile in Grecia (“Maternal and child mortality in Greece”). In questo articolo i ricercatori giungono a conclusioni esattamente opposte, affermando esplicitamente che “il tasso di mortalità infantile non differisce tra il periodo di crisi e il periodo pre-crisi”. Gli studiosi confermano che dopo il lungo e costante calo a partire dagli anni 50, la mortalità infantile è cresciuta nei primi due anni di crisi (2009-2010), ma poi è ritornata a diminuire per attestarsi su livelli inferiori al periodo pre-crisi, analoghi a quelli di paesi con tassi molto bassi come l’Italia o la Germania.

Non solo non è possibile stabilire un nesso di casualità tra “strage degli innocenti” e crisi economica, ma non è neppure corretto stabilire una correlazione tra l’aumento della mortalità infantile e “l’austerità”, visto che non è corretta neppure l’affermazione riportata da Repubblica sul “dimezzamento del bilancio della Sanità”. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ocse sulla sanità (“Health at a glance 2013”), la spesa sanitaria in Grecia è cresciuta rapidamente a un tasso annuo del 5,7 per cento nel periodo che va dal 2000 al 2009, mentre è diminuita dell’11 per cento nel 2010 e nel 2011. Quindi nonostante i “tagli brutali” la spesa sanitaria greca è ancora oggi più elevata dei livelli pre crisi ed è in linea con gli altri paesi Ocse (9,1 per cento del pil rispetto a una media del 9,3).

L’uso di dati parziali, come quelli sulla mortalità infantile solo tra il 2008 e il 2010, e di dati non corretti, come quelli sulla spesa sanitaria, può portare a considerazioni infondate sulla relazione tra “Merkel-austerità” e “strage di innocenti”. Osservando i dati si nota come l’aumento della mortalità infantile tra il 2008 e il 2010 sia avvenuto in un periodo in cui la spesa sanitaria greca ha continuato ad aumentare in termini reali. Anzi, per assurdo, visto che dopo il 2010 la mortalità infantile è tornata a scendere in corrispondenza di un taglio della spesa sanitaria dell’11 per cento, si potrebbe dedurre, seguendo il ragionamento di Rep., che “i tagli brutali alla spesa pubblica”, l’austerità e la “terapia spietata” della Merkel e della Troika abbiano ridotto la “strage di bimbi innocenti”.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali