Realismo balneare e ideologia vegetale

Redazione

Qualunque proposta merita attenzione se nasce da una riflessione pragmatica. Bisogna ringraziare il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, per aver fatto scoppiare la “bolla delle spiagge”. L’idea del Pdl di cedere gli arenili (o le parti edificate degli stessi), rilanciata mediaticamente come “vendita delle spiagge” e sposata da non pochi colleghi del Pd, è semplicemente incompatibile con l’ordinamento italiano e comunitario.

    Qualunque proposta merita attenzione se nasce da una riflessione pragmatica. Bisogna ringraziare il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, per aver fatto scoppiare la “bolla delle spiagge”. L’idea del Pdl di cedere gli arenili (o le parti edificate degli stessi), rilanciata mediaticamente come “vendita delle spiagge” e sposata da non pochi colleghi del Pd, è semplicemente incompatibile con l’ordinamento italiano e comunitario. E’ questo dato di realtà, non l’opposizione ideologica alle privatizzazioni, a determinarne l’abbandono. Tuttavia l’Europa da anni chiede di adeguarci alla direttiva Bolkestein che impone di affidare le concessioni balneari tramite gara, e quindi abbandonare un sistema di rinnovi taciti ed elevata evasione del canone. Finora la concorrenza è stata impedita; emblematica la scelta pilatesca di prolungare le concessioni esistenti fino al 2020. Dunque mettiamo in moto il processo per realizzare vere gare ed estrarre il giusto valore dallo sfruttamento del demanio.

    Di pragmatico, invece, non ha nulla l’idea di una “terza via” al “sì” o al “no” sugli Ogm invocata ieri dal sottosegretario all’Agricoltura, Maurizio Martina, sul Sole 24 Ore. Idea curiosa, visto che la  scelta dall’Italia è già quella del “no” a prescindere a coltivazione, ricerca, e alla presenza del biotech all’Expo intitolato “Nutrire il pianeta”. E’ come escludere da un’Expo sulla telefonia le invenzioni successive al telefono fisso. Eppure i progressi ottenuti dalle biotecnologie sono paragonabili alla rivoluzione di internet: mettono a nostra disposizione vegetali resistenti a parassiti, siccità e malattie, più sani e a basso impatto ambientale. Il governo Letta ha scelto, in questo caso, il provincialismo del nostro orticello.